«La montagna non è quella di Heidi, il lupo è reale»

Val di fiemme. In seguito alla notizia diffusa dai giornali di un’altra predazione da parte del lupo, nella zona di Malga Agnelezza nel comune di Castello-Molina , avvenuta nonostante la presenza di...



Val di fiemme. In seguito alla notizia diffusa dai giornali di un’altra predazione da parte del lupo, nella zona di Malga Agnelezza nel comune di Castello-Molina , avvenuta nonostante la presenza di un doppio recinto elettrificato, il consigliere provinciale fiemmese Pietro De Godenz propone alcune considerazioni.

«Innanzitutto esprimo la mia vicinanza agli allevatori che hanno subito l’attacco e capisco, davvero, la loro frustrazione e il loro bisogno di soluzioni chiare. Come detto anche da Veronica Nones dell’associazione Allevatori caprini-ovini di Fiemme: “Senza tutele si rischia che la montagna venga abbandonata e che il bosco prenda il sopravvento sui pascoli alterando la bellezza della montagna”. Questa affermazione, sintetica ed esaustiva rimette sul tavolo il tema della convivenza in montagna – ribadisce De Godenz - tra la necessità degli allevatori, che tengono vive e attive malghe e mestieri secolari per passione oltreché per lavoro, fornendo nel contempo un prezioso servizio di presidio e cura del bosco e dei prati, elemento essenziale anche per il turismo, e le necessità naturali dei grandi carnivori, quali lupi e orsi».

« Spesso - aggiunge il consigliere - si cade a piedi pari nella tifoseria: leggiamo tutti i giorni persone schierarsi con gli allevatori o con gli ambientalisti a prescindere, spessissimo, purtroppo, senza sapere in pratica nulla di come davvero si viva in montagna e di cosa questo significhi. La montagna non è quella di Heidi, come forse immagina qualche “montanaro della domenica” e il lupo e i suoi attacchi con relativi uccisioni e danni – morali e psicologici ancor più che economici - non sono quelli dei cartoni animati. La complessità e il rispetto per la vita – di persone e animali, ma anche dell’ambiente, meritano risposte complesse e articolate. Personalmente, ritengo vadano avanzate considerazioni puntuali e valutata la situazione nel suo insieme, trovando il modo di tutelare – presto e bene – tutte le persone che hanno scelto e scelgono ogni giorni di rimanere sui nostri monti, che vanno ammirate e non attaccate perché cercano di difendere il loro lavoro e i loro animali».

«Le questioni, però- conclude Pietro De Godenz - vanno affrontate sul serio e lontano da facili polemiche che non portano a nulla. Molti allevatori sono alla stremo e non devono essere o sentirsi abbandonati, bensì tutelati e aiutati “. L.CH.













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