Cavalese, cirmolo da record venduto a 400 euro al mc

Cavalese. Con l’asta numero sette pubblicata su LegnoTrentino.it il Comune di Cavalese chiude il 2020 con il botto vendendo al piazzale del passo di Lavazè 750 metri cubi di legname pregiato,...



Cavalese. Con l’asta numero sette pubblicata su LegnoTrentino.it il Comune di Cavalese chiude il 2020 con il botto vendendo al piazzale del passo di Lavazè 750 metri cubi di legname pregiato, realizzando prezzi che, dopo il rialzo d’asta, vanno dai 368 ai 408 euro a metro cubo, tutti con acquirenti altoatesini.

È così che il sindaco di Cavalese Sergio Finato e la giunta comunale danno notizia di questo grande risultato tecnico-economico, ottenuto grazie al lavoro e all’impegno del consigliere comunale con delega alle foreste Gabriele Demattio accuratamente seguito in bosco dal custode forestale Ivano Defrancesco.

Con questa asta entreranno nelle casse del Comune preziose e consistenti risorse economiche, utili per futuri investimenti (878 mc venduti per un valore complessivo lordo di circa 290 mila euro).

«È una bella soddisfazione, afferma Demattio, avere il prestigio di aver messo sul mercato del legno così pesantemente scosso dagli eventi di due anni fa, un materiale dalla qualità così alta ed aver valorizzato al meglio quello che i nostri boschi d’alta quota possono offrire. Unica pecca - aggiunge il consigliere delegato - è non averlo potuto esaltare un po’ alla volta, ovvero anno dopo anno, essendo un legname pregiato e di nicchia, ma purtroppo madre natura così ha voluto».

«Le nostre foreste di pino cembro sono tra le più pregiate d’Europa» afferma invece Defrancesco, custode e conservatore dei boschi di Cavalese. Esse sono però state duramente danneggiate dalla tempesta “Vaia” e a malincuore deve comunicare che il prelievo dei preziosissimi tronchi di pino cembro per un buon decennio sarà estremamente ridotto in quanto zone come “Le Tombole” hanno lasciato il posto a tappeti infiniti di rododendro che con la loro meravigliosa fioritura attenueranno quello che sarà il triste e lentissimo tempo di ritorno che a quasi 2.000 metri di quota potrà durare anche 200 anni. L. CH.













Scuola & Ricerca

In primo piano