LE MISURE

Coronavirus, in Trentino dopo Pasqua i test sierologici per dare la "patente di immunità"

Permetteranno di scoprire chi ha sviluppato gli anticorpi. Precedenza agli operatori sanitari e dei servizi essenziali, poi toccherà alle popolazioni dei cinque Comuni "zona rossa": Canazei, Campitello di Fassa, Pieve di Bono, Borgo Chiese e Vermiglio (foto Ansa)



TRENTO. L'azienda sanitaria trentina è fra le prime in Italia a svolgere i nuovi test sierologici, che prevedono il prelievo del sangue, e permettono di dare una sorta di patente di immunità a chi ha sviluppato gli anticorpi. Persone che potrebbero quindi tornare al lavoro e alle normali attività.

«Le analisi - dice il dottor Antonio Ferro, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell'Apss - riguarderanno innanzitutto gli operatori sanitari, che sono il cuore pulsante della nostra prima linea, ma anche chi lavora nelle Rsa, elemento di grande fragilità in questa emergenza, e nei servizi essenziali, e quindi le popolazioni dei cinque Comuni dove sono state individuate le maggiori criticità. Aspettiamo il protocollo che stiamo condividendo con l'Istituto Superiore di Sanità». «Stiamo già compiendo i primi test - continua - e quando avremo testato la sicurezza e la sensibilità della macchina allargheremo il raggio. Dopo Pasqua avvieremo i prelievi del sangue necessari per effettuare i test ma procederemo con estrema cautela per evitare ciò che è successo altrove, in Italia, con i tamponi effettuati su masse di persone che hanno provocato degli assembramenti».

Il kit per il test rapido è già attivo al pronto soccorso del Santa Chiara, utilizzato sui sintomatici che si rivolgono all'ospedale (l'esame viene ribadito, poi, dal tampone). L'esame sierologico, almeno per ora, non riguarderà l'intera popolazione trentina. «Può darsi che più avanti, una volta maturati i risultati, si decida in tal senso. Lo auspico e credo che ci si arriverà, ma non posso dire quando», sottolinea Ferro che poi conclude: «Penso che il vaccino sarà pronto nel corso del 2021, perché ci sono tanti gruppi che ci stanno lavorando in tutto il mondo e l'interesse da parte di tutti è che si possa tornare alla vita normale».













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