In Trentino Alto Adige ci sono 36mila poveri: donne e stranieri i più colpiti
L'inflazione degli ultimi anni ha aggravato il quadro: una famiglia trentina su cinque ha registrato difficoltà nel pagamento di bollette, affitti o rate del mutuo. Le spese impreviste sono diventate un ostacolo insormontabile anche per chi disponeva di redditi apparentemente adeguati
TRENTO. Sono 36mila i trentini – dati Ispat – che vivono in condizioni di povertà, pari al 6,9% della popolazione provinciale. Un'emergenza silenziosa che tocca oltre 18mila famiglie, costrette a fare i conti quotidianamente con budget insufficienti e prospettive incerte. L'Alto Adige presenta numeri leggermente migliori con il 5,9% di residenti in difficoltà economica, confermando comunque che nelle province autonome decine di migliaia di persone faticano ad arrivare a fine mese. Percentuali che, seppur inferiori alla media nazionale, nascondono storie di disagio concrete e diffuse.
Il profilo statistico della povertà locale è chiaro: le famiglie guidate da donne rappresentano la categoria più esposta, seguite da quelle con capofamiglia straniero o disoccupato. Il 40% delle donne trentine risulta non occupata, un dato che la professoressa Stefania Scherer dell'Università di Trento collega direttamente all'aumento del rischio povertà nei nuclei con figli.
L'inflazione degli ultimi anni ha aggravato il quadro: una famiglia trentina su cinque ha registrato difficoltà nel pagamento di bollette, affitti o rate del mutuo. Le spese impreviste sono diventate un ostacolo insormontabile anche per chi disponeva di redditi apparentemente adeguati.
I titoli di studio bassi completano l'identikit dell'esclusione: chi possiede solo la licenza media incontra maggiori ostacoli nell'accesso a impieghi stabili e ben remunerati, rimanendo intrappolato in un ciclo di precarietà che si trasmette spesso alle generazioni successive.