Intelligenza artificiale nelle Rsa, la mozione di Vanessa Masè: Trentino pioniere dell’innovazione sanitaria
Le funzionalità previste dalla sperimentazione includono l'automatizzazione della raccolta dati clinici, l'identificazione precoce di anomalie come il rischio di caduta, la personalizzazione dei piani assistenziali e la semplificazione della documentazione obbligatori
TRENTO. Il Trentino si prepara a diventare pioniere nell'innovazione sanitaria con l'introduzione dell'intelligenza artificiale nelle Residenze Sanitarie Assistenziali. La consigliera provinciale Vanessa Masè ha depositato oggi, 17 giugno, una mozione che propone l'avvio di una sperimentazione rivoluzionaria per portare le tecnologie più avanzate al servizio della cura degli anziani e del personale sanitario.
La proposta nasce dalla necessità di alleggerire il carico di lavoro sempre più gravoso che caratterizza le Rsa trentine, dove operatori, infermieri e medici si trovano ad affrontare quotidianamente carichi assistenziali elevati, complicati da un sistema burocratico e documentale complesso.
"Le tecnologie digitali possono rappresentare un alleato prezioso per semplificare i processi e liberare tempo da dedicare alla relazione di cura", spiega la consigliera Vanessa Masè.
Il progetto si inserisce nel solco dell'esperienza "RSA 4.0", già avviata nel 2023 in alcune strutture provinciali, dove sono state introdotte cartelle cliniche elettroniche evolute e dispositivi per il monitoraggio degli ospiti. Ora l'obiettivo è fare un salto di qualità, trasformando il Trentino in un modello nazionale per l'applicazione dell'intelligenza artificiale in ambito sociosanitario.
Le funzionalità previste dalla sperimentazione includono l'automatizzazione della raccolta dati clinici, l'identificazione precoce di anomalie come il rischio di caduta, la personalizzazione dei piani assistenziali e la semplificazione della documentazione obbligatoria. Un approccio che mira a migliorare non solo la qualità dell'assistenza, ma anche le condizioni lavorative del personale.
La mozione richiede alla Giunta provinciale di attivare il progetto pilota in collaborazione con enti di ricerca come la Fondazione Bruno Kessler, università e aziende tecnologiche, prevedendo percorsi formativi specifici per gli operatori. Entro dodici mesi dall'avvio, il Consiglio riceverà un report completo sui risultati ottenuti e sulle prospettive di estensione del programma.
L'iniziativa rappresenta una sfida culturale e tecnologica ambiziosa, che punta a rafforzare piuttosto che sostituire il ruolo centrale della relazione umana nella cura, offrendo agli operatori strumenti più efficaci per svolgere il loro prezioso lavoro quotidiano.