Il Trentino nella Grande Guerra: un'alba di sangue
L’alba che si affaccia sull’anno nuovo in Europa è un’alba di sangue. Non è tempo di celebrazioni.
L’alba che si affaccia sull’anno nuovo in Europa è un’alba di sangue. Non è tempo di celebrazioni.
I prigionieri di guerra diventano un grande problema per le potenze in conflitto. Sull’Alto Adige viene pubblicata la lettera di un giovane medico, mandato a combattere sul fronte russo, fatto prigioniero e mandato in Siberia.
La guerra sta diventando mondiale, i trentini combattono sotto la bandiera austroungarica, mentre in Italia si dibatte sul ruolo dell’Italia. E le simpatie non sono per l’Austria.
Taulero Zulberti, che sarà eminente giornalista, descrive nei suoi appunti di guerra, scritti in al fronte in Galizia, dove serviva come Kaiserjäger, la tragedia della guerra di trincea: la fame, il freddo, il fango, il terrore dei soldati che si uccidono prima di essere mandati allo sbaraglio.
I combattimenti nei Carpazi continuano, in Galizia gli attacchi russi vengono contenuti. Migliaia di soldati trentini partecipano alla battaglia di Przemysl, fortezza austriaca in Galizia, che viene assediata ed espugnata dai russi.
È dicembre, vento e gelo battono il Trentino, e al fronte si muore assiderati. La speranza di una guerra breve si è spenta, così come quella di un ritorno a casa per il Natale.
L'appello alla pace del papa passa inosservato, la voce dei cannoni è troppo forte. In Trentino i giornali cominciano a pubblicare le liste dei caduti, con i nomi dei "nostri morti".
La guerra diventa una guerra di trincea, e i massacri si susseguono. In Italia le manifestazione a favore della guerra contro l’Austria sono quasi quotidiane. Cesare Battisti è uno dei protagonisti di quelle giornate.
L’Italia, in gran segreto, ha intavolato negoziati con i paesi dell’Intesa. Dalla proclamata neutralità, si prepara la guerra contro l’alleato austriaco. In Trentino, la pubblicazione di una lettera dal fronte fa grande scalpore, mentre la lista dei caduti si allunga.
L’Austria non nutre grande fiducia nell’alleato italiano. L’ufficio informazioni militari di Roma ha organizzato una cellula in Trentino, affidata a Tullio Marchetti, di Bolbeno. Il levicense Giuseppe Colpi ne sarà protagonista.