agricoltura

Le due sorelle Paternoster: portiamo avanti  il miele del papà

Dopo la tragica scomparsa di Andrea Paternoster, le sue due figlie Elena e Francesca hanno preso in mano le redini dell’azienda


Daniele Peretti


VIGO DI TON. Ritrovarsi a 25 anni (Elena) e a 28 (Francesca) a ereditare l’azienda di famiglia a seguito di un tragico incidente che ha causato la morte del padre Andrea Paternoster fondatore della Mieli Thun di Vigo di Ton non è cosa facile per nessuna. Invece Elena e Francesca hanno provato a superare il dolore da quell’infausto aprile dello scorso anno e, pur provenendo da esperienze diverse, e ora si può dire che - lavorando - ci sono riuscite. Alla nostra intervista rispondono condividendo il pensiero l’una dell’altra.

Prima dell'aprile 2021 com'era il vostro rapporto con l'azienda di famiglia?

Siamo nate e cresciute nell’azienda che praticamente è diventata una seconda casa. Il tempo libero dalla scuola lo passavamo ad aiutare mamma in magazzino e a curiosare cosa faceva papà. Quando siamo diventate grandi, sebbene sempre affezionate e mai completamente distanti da quello che accadeva in azienda, abbiamo preso strade diverse e delle volte lontane. Abbiamo avuto la fortuna di crescere in una famiglia nomade, con valori e principi ben saldi ma con una mentalità aperta pronta a sostenere le nostre idee ed i nostri progetti.

Lo scorso anno in pochi giorni avete deciso di proseguire l'attività, quali sono state le motivazioni?

Nell’aprile 2021, io, Francesca, mi trovavo a Roma: avevo appena concluso gli studi ed avevo iniziato un master in comunicazione, credevo (anzi ero quasi convinta) che la mia vita fosse là. Nel giro di qualche secondo tutti i miei piani ed i progetti fatti sono svaniti. Sono rientrata nel paese in cui sono cresciuta ed ho deciso di rimanere. È stato un cambiamento di vita enorme, a Roma ero costantemente stimolata e coinvolta in attività di volontariato e lavoretti saltuari. Nel ritrovarmi in un paese di 1000 abitanti avevo una paura smisurata, non sapevo se quella fosse la scelta giusta e se sarei stata felice, ma una cosa era certa: l’azienda nata e cresciuta con noi doveva andare avanti.

Invece io, Elena, era già da qualche mese che lavoravo in azienda, questo mi ha permesso di lavorare a fianco di papà ed osservarlo lavorare assorbendo la sua passione e facendola mia.

Che ricordo avete di papà Andrea Paternoster ed in cosa vi ispirate a lui nel nuovo ruolo di imprenditrici?

Papà era una persona dallo sguardo dolce, ma allo stesso tempo autoritario. Una delle cose che gli veniva meglio era cambiare del tutto le giornate alle persone. Quando ci domandavano chi avremmo voluto essere da grandi noi rispondevamo sempre “papà”. Quello che ci manca di più di lui è la sua parte creativa e stravagante, capace di incantare anche le pietre. Papà era una persona molto determinata e capace di attendere, aveva un’idea o un progetto in testa ? Al 99,9% gli riusciva o lo realizzava. Quello che per noi è stato un insegnamento è la capacità di aspettare i tempi giusti senza perdere di vista l’obiettivo. È così che abbiamo affrontato quest’anno e mezzo.

Che impatto avete avuto come donne e giovani imprenditrici nel mondo del lavoro?

Il nostro primo impatto è stato positivo. La cosa difficile non è essere donne ma essere giovani. Delle volte è difficile essere credibili ed acquisire fiducia dai grandi. Essendo però cresciute con una mentalità in modalità “se vuoi, puoi” ci siamo rimboccate e ci rimbocchiamo le maniche per farci ascoltare.

Una cosa che vorreste cambiare ed una che non cambiereste mai della vostra azienda ?

Stiamo cercando attraverso la tecnologia e l’innovazione di standardizzare alcuni processi per semplificare certe mansioni e velocizzare alcuni lavori; questa è la cosa che vorremmo implementare. Una cosa che non cambieremo mai è l’impronta che papà ha dato all’azienda basata su valori quali la qualità, la purezza e la bellezza.

Per papà il mondo dell'apicoltura era una sorta di filosofia di vita, per voi cosa rappresenta?

Abbiamo sempre visto il mondo dell’apicoltura come un lavoro maschile e distante da quello che poteva essere il nostro “lavoro dei sogni”. Ad oggi possiamo dire che ci eravamo totalmente sbagliate. È molto di più di un lavoro, è una passione ed una scuola di vita. Abbiamo imparato più in un anno e mezzo di apicoltura che in una vita intera. Il mondo delle api ti insegna il rispetto, l’importanza della comunicazione, della collaborazione e la determinazione, ma anche molto altro.

Qual è stata la soddisfazione, la delusione e la sorpresa di questo periodo di gestione aziendale?

La delusione: non è una vera e propria delusione, ma più una consapevolezza: non essere ancora in grado di prendere decisioni in piena autonomia.

La sorpresa: lo stupore nel vedere che piano piano le cose si stanno sistemando, alla fine gli sforzi che abbiamo fatto e facciamo stanno portando i loro frutti. La sorpresa di scoprire che siamo forti (inizialmente avevamo qualche dubbio sulla possibilità di diventare delle imprenditrici e gestire da sole un’azienda).

La soddisfazione: sono le relazioni con le persone ed i legami che abbiamo sviluppato e coltivato in quest’anno e mezzo. Il riuscire ad imparare tante cose in un tempo così concentrato.

Un vostro sogno ?

Il nostro sogno, sebbene un po’ realista, è quello di portare avanti nei migliori dei modi l’azienda, mantenendo standard qualitativamente alti ma accessibili in modo da coinvolgere e condividere con più persone possibili il nostro mondo.

Una vostra definizione del mondo del miele.

Il miele per noi è la possibilità di odorare il concentrato del profumo dei fiori e conoscere il sapore di ciascun nettare. È un dono che la natura fa alle api, e le api a noi.

Avete già vinto un premio qualità, Le Tre Gocce d’Oro, cosa significa per voi?

La fioritura del tarassaco, con cui abbiamo vinto le Tre Gocce d’Oro, è una delle fioriture più incantevoli. Quando i fiori sono pronti a sbocciare carichiamo le api sul furgone e prima che salga il sole le portiamo nella postazione dedicata. Le scarichiamo, ed aspettiamo l’alba. Quando arriviamo le colline sono verdi, sembra quasi di essere nel luogo sbagliato ma appena i primi raggi di sole accarezzano i prati questi iniziano a colorarsi di giallo. Un paradiso per gli occhi, come puoi capire la soddisfazione arriva ancora prima del premio, nonostante ciò è sicuramente motivo di orgoglio che ci spinge a migliorarci ulteriormente.













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