8 marzo

La segretaria: «Nel sindacato è più facile essere donna»

Emanuela Briani dirige gli “elettrici” del Trentino. In un ambiente, assicura, in cui contano solo l’ impegno e le capacità


DANIELE PERETTI


 TRENTO. Emanuela Briani - «Mi raccomando, Emanuela, con la E, perché ci tengo molto» è la segretaria regionale di un piccolo sindacato di categoria: la Flaei Cisl, che fa riferimento unicamente al contratto degli elettrici. Trentina, dopo il diploma in ragioneria ha svolto vari lavori fino all’ingresso in Enel come impiegata. Il sindacato Flaei Cisl fa parte della sua vita dal 2005, e dal 2017 lo dirige.

Più che un sindacato di massa, potremmo dire un sindacato di nicchia. Siamo pochi, circa 200 iscritti, perché gli elettrici sono una piccola realtà nel comparto produttivo. Ad esempio, anche in Dolomiti Energia siamo una minoranza. Un contratto specifico potrebbe permettere anche forme sperimentali di rapporti di lavoro. In parte è vero. Nel nostro Ccnl è stato specificatamente inserito lo Statuto della Persona che mette al centro del rapporto il dipendente. Del quale si dice che non può lavorare solo per la retribuzione, ma dev’essere valorizzato anche come persona. Siamo nettamente in controtendenza rispetto alla realtà dominante del mondo del lavoro che considera i lavoratori solo dei numeri e li valuta solo sulla produttività.

Segretaria o segretario regionale della Flaei Cisl? Lo considero del tutto ininfluente. Obiettivi e impegni non cambiano se il ruolo è declinato al maschile o al femminile, l’importante è quello che si fa, non la forma. Essere donna in ambito sindacale è un vantaggio o un problema? Non ha mai fatto differenza. Donna o uomo quello che conta è la persona che dev’essere valorizzata con giudizi che si devono basare unicamente sulle capacità. Per fortuna sia nei sindacati, sia tra i datori le donne sono molte.

Cosa significa per lei essere sindacalista? Essere al servizio dei lavoratori e delle loro più diversificate necessità. È un lavoro difficile perché quando porti a termine una trattativa, al di là dell'opinione personale, non sai mai come verrà giudicata. Puoi essere gratificata con la riconoscenza dei lavoratori o presa a schiaffi, almeno in senso figurato.

Una soddisfazione? Lo è stata la sottoscrizione di un ottimo contratto nazionale, ma la provo tutti i giorni parlando con i lavoratori.

Delusa qualche volta? Tutte quelle volte che mi trovo di fronte controparti poco lungimiranti che non solo non credono nel nostro lavoro, ma ci considerano un inutile ostacolo, qui tutto diventa più difficile perché prima di entrare nel merito della trattativa dobbiamo provare a far capire che noi potremmo essere utili nella gestione del problema.

In un contratto ci sono dei punti più ostici rispetto ad altri? La difficoltà maggiore è rappresentata dalle grosse realtà, mentre con quelle più piccole si ragiona più facilmente e c’è anche spazio per l’innovazione. In Trentino la realtà è molto variegata e frammentata. Si spazia dalla produzione, alla commercializzazione, alla distribuzione e alla manutenzione, è del tutto diverso rispetto ad altre regioni. Talvolta bisogna far capire a livello nazionale certe decisioni prese a livello locale.

La sicurezza sul lavoro è un problema? Purtroppo le morti bianche sono in costante aumento, ma per fortuna non nel nostro settore. Il problema sono i ritmi di lavoro affrontati con poco personale che portano a stanchezza e stress che sono i presupposti di possibili infortuni. Lavoriamo molto su turni e riposi, ma senza assunzioni si è costretti a lavorare di più.

Nel suo settore il lavoro nero rappresenta una criticità? Il problema è dato dai troppi contratti ceduti in subappalto. Le ditte assegnatarie sono affidabili, i rischi arrivano dalle società terze con le quali molte volte le tutele sono a quota zero. Stiamo cercando di ottenere la responsabilità in solido di chi cede i lavori in appalto che dev’essere considerato come una sorta di garante. Anche in questo caso purtroppo alla base di tutte le decisioni c’è il profitto e non la tutela delle persone.

Un suo giudizio sull’alternanza scuola lavoro? Purtroppo in Trentino è poco attiva, mentre la giudico fondamentale per far conoscere il mondo del lavoro. Nella migliore delle ipotesi oggi la scuola insegna il lato teorico, ma quando un ragazzo entra nel mondo del lavoro si ritrova in una realtà del tutto diversa e poterla conoscere in modo graduale sarebbe importante.













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