L’intervista

Ecaterina, 10 anni da badante e adesso fioraia quasi per caso

Moldava, ha vissuto prima in Corea del Sud, poi a Treviso. Ora è la "Regina dei fiori" davanti al cimitero di Trento


Daniele Peretti


TRENTO. Ecaterina Crudu è diventata la regina di fiori con tanto di damigella - la figlia Ionela - riuscendo a trasformare un luogo non certo allegro come può essere il cimitero, in un punto di incontro anche con persone esterne. Tutto è cominciato nel luglio del 2020 quando Ecaterina rileva il primo chiosco di fiori, quello che si trova sul lato della chiesa e poi il 27 dicembre di quest'anno acquista anche quello di fronte, complice il pensionamento della titolare.

A questo punto Ecaterina e Ionela sono le uniche fioraie non solo del cimitero dal momento che il viale che divide i due campi cimiteriali è ormai diventato un luogo di frequentato passaggio per chi vuole raggiungere il Muse o per chi dal Muse vuole arrivare in centro città.

Diventando fioraia ha realizzato un suo sogno?

Assolutamente no, perché è stata una scelta del tutto casuale. Dopo la pandemia trovare lavoro non era facile, mi si è presentata questa opportunità e senza aver mai nemmeno pensato di fare l'imprenditrice ho iniziato. Ora, eccomi qua.

La storia di Ecaterina inizia a Butuceni, la città azzurra della Moldavia.

Conclusi gli studi ho deciso di andare all'estero e sono stata a lavorare per due anni in Corea del Sud, poi sono tornata a casa e dopo aver comprato un appartamento, era il 2005, sono venuta in Italia.

Un attimo, ha detto proprio Corea del Sud?

Sì, perché in quegli anni era lo Stato più facile da raggiungere dalla Moldavia ed il caso ha voluto che trovassi lavoro in una serra dove coltivavo fiori e piante ed è questo l'unico approccio che ho avuto con questo lavoro prima di Trento.

Il viaggio in Italia com'è stato?

Come hanno fatto molti miei connazionali allora: si raggiungevano parenti o amici che già si trovavano in Italia che ti ospitavano e ti aiutavano a cercare lavoro.

Dalla Moldavia subito a Trento?

No, sono arrivata a Treviso perché le mie zie mi avevano trovato una sostituzione di una badante che era andata in ferie. Poi da Treviso a Trento dove per dieci anni ho fatto la badante e quando ero libera andavo a far pulizie in casa.

Com'è stato l'impatto con l'Italia?

Di certo sono stata fortunata perché avevo una base che mi supportava, altrimenti sarebbe stato difficile. Non conoscevo una parola di italiano e mi sono trovata chiusa in casa con una persona anziana. Poi, grazie alla televisione, alla lettura e all'aiuto dei miei parenti ho imparato la lingua. Da lì è stato tutto molto più facile.

Tutto bene fino alla pandemia.

Esatto. Non solo ho perso il lavoro, ma era difficile anche trovarne uno. Però non potevo stare senza fare nulla anche perché c'è mia figlia da crescere e quando mi si è presentata l'opportunità del chiosco l'ho considerata un'occasione da non perdere. Oggi sono molto contenta.

Quella della fioraia in un chiosco può essere un bel lavoro, ma anche molto duro.

Già. Consideri che in estate inizio alle 4 del mattino e chiudo alle 19. In inverno posticipiamo di un'ora, ma restiamo aperti fino alle 18. Del resto il cimitero apre alle 7 e per quell'ora tutto dev'essere pronto. Le comodità sono minime. E poi c'è molto freddo d'inverno e molto caldo in estate con la speranza che non piova o nevichi e che non tiri vento.

Ha rinnovato le strutture?

Il nostro lavoro si svolge più all'aperto che al chiuso ed a quel punto si può fare ben poco. Qualche intervento lo abbiamo fatto, ma non si può cambiare più di tanto.

Quali sono i fiori che vanno per la maggiore?

Per i fiori i recisi, in estate sono molto richiesti i gigli ed crisantemi nani, mentre nella stagione fredda le rose. Per le piante la richiesta è omogenea con la tendenza ad aumentare in primavera.

In passato il cimitero ha dovuto fare i conti col problema dei conigli e dei furti, oggi la situazione com'è?

Direi tranquilla. I conigli hanno ormai cambiato zona e per i furti ha funzionato molto bene la presenza della vigilanza per il nuovo Tempio Crematorio. Certo qualche caso si verifica ancora, però sono casi rari.

Com'è il rapporto con la gente?

Se si ha la pazienza di ascoltare specialmente gli anziani, si creano rapporti molto confidenziali. La gente ha bisogno di parlare, alle volte mi chiedono perfino se secondo me i fiori che hanno scelto, potranno piacere al defunto. Ci vuole molta disponibilità. Diverso è il rapporto con i clienti esterni che passano, acquistano ed il loro problema maggiore finisce per essere quello della confezione.

Confezioni che lei non aveva mai fatto.

Esattamente, sono totalmente autodidatta. Ho letto dei libri, ho guardato i video su YouTube e poi tutte le volte che mi è stato possibile, ho rubato il mestiere a chi lo sapeva fare meglio di me.

Un ricordo piacevole di questi anni?

Ce ne sarebbero molti, ma il più bello è certamente quello dei clienti soddisfatti che mi dicono che i fiori erano veramente freschi e che sono durati a lungo e me ne comprano degli altri.

Quali possono essere i progetti per un'attività imprenditoriale così recente?

Sì, troppo recente per averne. Ho concluso da pochi giorni l'acquisto del secondo chiosco e direi che sono riuscita a fare quello che volevo. Ora con mia figlia siamo le uniche a vendere fiori e quindi dobbiamo consolidare questa posizione privilegiata. Un'idea c'è ed è quella di assumere una collaboratrice in primavera. Le ore sono tante e abbiamo bisogno di un ricambio anche per presidiare al meglio entrambi i chioschi.













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