la funivia precipitata

Tragedia del Mottarone, durissima la presidente Ghezzi: «Il blocco dei freni voluto è un fatto di una gravità inaudita»

Parla la numero uno degli impiantisti italiani: «L'errore umano ci può sempre essere, la consapevolezza nel togliere le misure di sicurezza non può, non deve e non bisogna neanche sognarsela»

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TRENTO. «Questa cosa mi ha sconvolto, perché non riesco neanche a immaginare che un collega possa pensare di giocare così con la sicurezza, se è vero, questa cosa è di una gravità senza precedenti. L'errore umano ci può sempre essere, la consapevolezza nel togliere le misure di sicurezza non può, non deve e non bisogna neanche sognarsela».

E' il parere della trentina Valeria Ghezzi, Presidente dell'Associazione Nazionale Esercenti Funiviari, intervenuta su una radio nazionale per commentare i risvolti nella vicenda della tragedia del Mottarone, che ha visto l’arresto nella notte di tre persone, che hanno ammesso la responsabilità nell'accaduto.

  • Alcune coppie fra le vittime. In alto da SX: Alessandro Merlo e Silvia Malnati, Angelo Vito Gasparro e Roberta Pistolato. In basso da SX: Amit Biran e la moglie Tal Peleg, Serena Cosentino e Shahaisavandi Mohammadreza.
  • Il sindaco di Stresa Marcella Severino ANSA/TINO ROMANO
  • L'arrivo all'ospedale di uno dei feriti ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

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Sul luogo della sciagura del 23 maggio operatori sanitari e rianimatori, vigili del fuoco, polizia e carabinieri. La sindaca di Stresa Marcella Severino ha raccolto le testimonianze di alcuni turisti (foto dei vigili del fuoco da Stresa)

In generale, per quanto riguarda la sicurezza degli impianti a fine, Ghezzi ritiene «che si possa stare tranquilli perché noi funiviari siamo i primi che vanno sulle funivie, la sicurezza è nostra ancora prima che vostra, siamo persone serie e sappiamo che se ci fossero dubbi sulla sicurezza nessuno prenderebbe più un impianto, non siamo una banda di delinquenti».

E ancora: «Noi abbiamo una serie di interventi di manutenzione, di controlli e verifiche che sono tutti registrati sul libro giornale e l'impianto aveva una scatola nera e questo ci può dire che quello che noi facciamo è registrato.

Rispetto alla tragedia del ponte Morandi la differenza è che sul ponte ci vai perché devi, sulla funivia ci vai perché scegli e nel momento in cui scegli, scegli un posto in cui ti senti sicuro, quindi noi non ci possiamo permettere la non sicurezza».













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