“Mese Montagna”, Hervé Barmasse e Nives Meroi in valle dei Laghi
Nuova edizione dal 7 novembre a Vezzano, filo conduttore il tema del sogno: prima serata con la gli scalatori coniugi/genitori Caroline Ciavaldini e James Pearson, atteso pure l'alpinista Filip Babicz. In programma anche un trekking notturno e le presentazioni dei libri di Diego Leoni, Andrea Greci e Giovanni Baccolo
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Torna il prossimo 7 novembre la rassegna “Mese Montagna” e in valle dei Laghi si rivedranno anche due grandi nomi dell'alpinismo: Hervé Barmasse e Nives Meroi.
Mauro Toniolatti, presidente dell’associazione Mese Montagna Ets, presentando questa edizione, dedicata al tema dei sogni, ha anticipato: «Siamo partiti da una frase di Walter Bonatti: “Io metto il sogno davanti a tutto. La realtà spesso è il sogno”».
Tutti gli eventi, a eccezione di quelli outdoor, si svolgono al teatro Valle dei Laghi di Vezzano.
Qui sono attesi, proprio il 7 novembre, alle 20.30, anche altri scalatori noti, come la coppia Caroline Ciavaldini e James Pearson, «genitori di due splendidi bambini: bellissima dimostrazione di come la passione e la professione dell’alpinismo insieme alla gioia e alle responsabilità di essere mamma e papà, possono essere perfettamente integrate anche ai livelli più alti di arrampicata, nella costante ricerca di equilibrio e armonia anche in un contesto sociale più ampio in cui la genitorialità a volte è distaccata o svalutata.
Da sempre la genitorialità in arrampicata è un tema piuttosto controverso, e non è raro sentir sostenere come i figli possano essere poco compatibili con lo status di climber. Da quando sono genitori infatti esplorano i posti più vicini a casa, raggiungibili con i mezzi pubblici o le biciclette, impreziosendo il tempo a loro disposizione», scrivono gli organizzatori della serata.
Caroline Ciavaldini è francese e nasce come climber agonista, spesso nei primi posti in Coppa del Mondo Lead, vincitrice della coppa del mondo a Chamonix; dopo circa un decennio lascia le competizioni per dedicarsi alla roccia. James Pearson, britannico, è arrampicatore tra i più arditi nell’affrontare in stile trad vie con altissimo rischio di caduta.
Negli anni i suoi risultati sono stati innumerevoli, nel Regno Unito quanto fuori, culminando nel 2020 con la prima (e unica) ripetizione di Tribe a Cadarese e nel 2023 con la prima salita di Bon Voyage ad Annot.
Lo stile trad si distingue per l’assenza di protezioni fisse preesistenti ed è spesso considerato come la forma più pura di arrampicata, oltre che rispettosa del luogo e dell’ambiente, in quanto è necessario leggere la via per trovare i punti di attacco con protezioni che vengono rimosse; una sfida che unisce l’abilità tecnica di scalata con la gestione del rischio».
Hervé Barmasse sarà protagonista venerdì 14 novembre alle 20.30.
«Alpinista, atleta, scrittore, regista di film di montagna - si legge nella presentazione - , Hervé nasce ad Aosta il 21 dicembre del 1977 in una famiglia segnata da una lunga tradizione e passione per la montagna. Guida alpina del Cervino da quattro generazioni, il suo nome è legato a importanti ascensioni.
Itinerari di grande difficoltà ed esposizione realizzati in tutto il mondo, come la via nuova aperta in solitaria sul Cervino, la prima ascensione della liscia lavagna granitica del Cerro Piergiorgio e la nuova via sul Cerro San Lorenzo in Patagonia, la prima salita del Beka Brakay Chhok in Pakistan e altre ancora.
Nel 2017 si è reso protagonista di un’ascensione esemplare in Himalaya salendo in stile alpino la Parete Sud dello ShishaPangma 8027m in appena 13 ore. Per la sua attività alpinistica ha ottenuto importanti riconoscimenti tra i quali si ricorda il premio accademico Paolo Consiglio ricevuto quattro volte. Nel 2010, alla sua prima esperienza come regista, esce con Linea Continua. Un film che racconta l’apertura di una nuova via sul Cervino, realizzata insieme al padre Marco.
Nel 2012 è la volta di Non così lontano, un film documentario che racconta Exploring the Alp, il progetto che l’ha visto protagonista nel 2011 con l’apertura di tre nuove vie sul Monte Bianco, sul Monte Rosa e sul Cervino.
L’estremo orizzonte è la parte più lontana a cui può giungere il nostro sguardo.
Ma se con immaginazione e creatività proviamo ad andare oltre, riusciremo a dare forma ai nostri sogni, raggiungere i nostri obbiettivi, affrontare le sfide che ci propone la nostraesistenza pur sapendo che potremmo anche fallire. è seguendo questo mantra che Hervé, alpinistra e scrittore, ha improntato la sua vita, istintivamente rivolta alla scoperta e all’avventura in montagna. Nelle conferenze di Hervé non troverete la scontata esaltazione di un campione dell’estremo, piuttosto cosa si nasconde dietro l’attività dell’alpinismo, dove il coraggio delle decisioni è sempre intrecciato alla fragilità ed alla paura; in parete come nella vita.
L'incontro con Nives Meroi è in calendario venerdì 21 novembre, sempre alle 20.30. Sarà proposto al pubblico un video di 30 minuti, seguito dall'intervista.
«Con quest’ultima perla abbiamo chiuso la nostra collana», scrive Nives tornando a Katmandu dopo aver completato con l’Annapurna la salita di tutti e quattordici gli ottomila della Terra. Sempre in cordata con Romano, sempre senza bombole d’ossigeno e senza climbing sherpa. Il loro percorso non è stato solo un inno alla bellezza delle montagne, ma anche un itinerario di crescita e consapevolezza.
Ogni cima ha segnato un passaggio – soprattutto il Kangchendzonga, con la malattia e la guarigione di Romano – e ha portato un insegnamento, come quest’ultima, l’Annapurna.Nives e Romano sono partiti senza sapere che avrebbero affrontato un cammino di cambiamento: pensavano di escludere l’elicottero ma ne hanno fatto uso, credevano di salire solo in coppia e hanno dovuto aprirsi a una cordata allargata, con due cileni e due spagnoli, molto diversi da loro.
Eppure, «proprio lì dove gli opposti si sono incontrati, si è sprigionata l’energia per resistere insieme alle bufere, agli ostacoli, fino a sparigliare le carte di una partita che sembrava persa».
Solo mettendosi ciascuno in gioco con la propria esperienza, e ponendo tutti quanti in dubbio le proprie certezze, hanno potuto compiere un’impresa che altrimenti sarebbe stata impossibile. Una scalata d’altri tempi, fatta di rispetto per la montagna e fiducia negli altri, a dimostrazione che in natura non esiste forza più formidabile dell’alleanza tra persone, della solidarietà e della collaborazione. Un atto di ribellione all’individualismo del nostro tempo cinico. Quasi un’utopia che prende forma.
Ci sarà anche Filip Babicz, venerdì 28 novembre alle 20.30, «eclettico alpinista di origine polacche e residente da anni in Valle d’Aosta: è un atleta che vive la montagna con uno stile di arrampicata incentrato sulla velocità, la leggerezza e il rispetto dell’ambiente; di norma infatti scala senza ricevere alcuna assistenza e senza lasciare corde fisse sulle montagne che attraversa. L’etica ferrea e la totale autonomia sono infatti il filo conduttore di tutti i suoi record, rendendolo una figura enigmatica e affascinante nella continua ricerca dell’integrità, della pulizia dello stile e della minimalità che lo porta ad un profondo rispetto per la montagna.
Tra le sue imprese più celebri c’è la doppia traversata delle quattro creste del Cervino (Furggen, Hörnli, Zmutt e Leone) nel tempo record di 7 ore e 43 minuti.
La doppia traversata delle quattro grandi creste del Cervino ha avuto come punto di partenza e arrivo il rifugio dell’Oriondè. Fedele a uno stile di arrampicata incentrato sulla velocità, la leggerezza e il rispetto dell’ambiente, ha scalato senza nessun supporto e senza lasciare nulla sulla montagna. Il solo scambio di materiale e cibo è stato fatto ai piedi tra la fine della prima salita e l’inizio della seconda.
Non solo una dimostrazione di forza fisica e resistenza, ma anche e soprattutto la ricerca di una profonda comprensione della montagna e di un’eccezionale capacità di muoversi in velocità e sicurezza su terreni complessi; alpinista-filosofo quindi, che ama testare i propri limiti, per superare il sogno e il desiderio e farlo diventare realtà, sempre rimanendo fedele ai propri principi.
Una voce controcorrente in un mondo dell’alpinismo sempre più commercializzato e spettacolarizzato, che ci ricorda che la vera sfida è superare sé stessi, vivendo la passione con autenticità e purezza».
In programma anche un trekking notturno da Castel Madruzzo al lago di Lagolo (sabato 8 novembre alle 18), la presentazione del libro “Zortèa” di Diego Leoni (mercoledì 12 novembre alle 20.30), quella di “ALPI. Antologia delle grandi montagne italiane” di Andrea Greci (mercoledì 19 novembre alle 20.30) e del volume “I ghiacciai raccontano” di Giovanni Baccolo con dialogo fra Giovanni Baccolo e Sofia Farina (mercoledì 26 novembre alle 20.30).
Mese Montagna è una rassegna di eventi dedicati al mondo della montagna e dell’alpinismo. La manifestazione è organizzata dall’associazione Mese Montagna ETS che vede come soci fondatori il Comune di Vallelaghi, la Comunità della Valle dei Laghi, Ecomuseo Valle dei Laghi, Consorzio Turistico Valle dei Laghi e Mountime.
L’associazione ha come finalità quella di diffondere la pratica consapevole, ecologica, solidale e inclusiva dell’escursionismo, dell’alpinismo e dell’arrampicata.
Inoltre, vuole incrementare e diffondere la cultura della montagna in tutti i suoi aspetti, dell’esplorazione e dell’avventura; promuovere il territorio, la storia, la cultura, le peculiarità e tradizioni della Valle dei Laghi, incentivando forme di turismo sostenibile e consapevole.
Per ultimo, animare ed arricchire dal punto di vista sociale e culturale il territorio della Valle dei Laghi e limitrofo, incoraggiando e sostenendo la cultura del volontariato, dell’impegno civile e della partecipazione attiva alla vita della comunità.