Montagna

I tornanti dello Stelvio contesi da bici e moto 

La difficile convivenza sull’asfalto: ogni giorno biker e motociclisti si dividono il passo più famoso d’Italia. La strada brulica di due ruote a pedali e motore: c’è la corsa a chi si mette in marcia prima


Gianluca Marcolini


STELVIO. Scatta puntuale ogni mattina, quasi all’alba, o poco più in là nella luce del sole che sorge. È la corsa a chi parte per primo, a chi si mette prima in strada per impadronirsene e occupare l’asfalto.

Solitamente vincono i ciclisti, più mattinieri per virtù e necessità, visto che pedalare quando fa troppo caldo non è buona cosa. Ma i motociclisti non tardano troppo ad arrivare, mossi dalla voglia di fermarsi lungo la salita a fare colazione e gustarsi così cappuccino e brioche, o bibita e panino, godendo fresco e soprattutto panorama che offre la montagna più iconica d’Italia, lo Stelvio.

Ogni giorno, in questi giorni, i quarantotto tornanti che conducono al passo italiano più in alto che si possa trovare sono presi d’assalto dagli appassionati delle due ruote, tanto a pedali quanto a motore.

«E la convivenza è tutt’altro che semplice», raccontano i diretti interessati. Le bici “occupano” la carreggiata spuntando quasi all’improvviso dietro ogni curva; le moto sfrecciano via rumorosamente sfruttando ogni centimetro di spazio.

Ecco, allora, che la soluzione è diversificare i tempi dell’ascesa, partendo gli uni un po’ prima e gli altri un po’ più tardi, magari trovandosi assieme, felici, in cima agli oltre duemilasettecento metri di altitudine che fanno del passo dello Stelvio la strada di valico più alta d’Italia e la seconda d’Europa, come tutti sanno.

Il reportage fotografico realizzato, qualche giorno fa, dalla nostra redazione (decidendo, stavolta, di iscriversi al team dei ciclisti, ma solo per ragioni logistiche e con grande simpatia per l’altra squadra) dimostra, più che l’impossibilità di condividere la salita (e la discesa) lungo la più bella strada di montagna che esista, il grande fascino che lo Stelvio esercita puntualmente, ogni estate, su altoatesini, trentini, lombardi ma anche turisti che arrivano da ogni dove d’Italia e del mondo solo per giungere in cima e farsi una foto accanto al cartello stradale che vale quanto il traguardo di una finale olimpica.

E se il ciclista affannato, sudato e boccheggiante guarda storto il motociclista che gli sfreccia accanto, o se il motociclista si infastidisce quando si trova costretto a frenare o sterzare per evitare la bici, entrambi sono poi prontissimi a mollare l’ascia di guerra e a fare fronte unito contro il “nemico” comune: gli automobilisti.

Accade ogni giorno, in questi giorni, lungo i 48 tornanti più belli al mondo.













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