giovani protagonisti

Dalle auto alle mucche: la storia di Mauro ai 1280 metri di Maso Micler

Mauro Slaghenaufi ha 28 anni e ha lasciato il posto fisso di autoriparatore per l’azienda di famiglia e ora la sua giornata è divisa fra le mucche (col robot ad aiutare) e la conservazione dell’ambiente


di Carlo Bridi


LAVARONE. Nella piccola frazione di Slaghenaufi, sull’Altipiano di Lavarone, si è sviluppata a Maso Micler, a 1280 metri,  un’azienda zootecnica di tutto rispetto che punta decisamente sulla qualità e che svolge un ruolo enorme nella conservazione dell’ambiente dell’altipiano. Basta un dato per sostenere questa affermazione: gli ettari che questa famiglia falcia ogni anno fra sono oltre 70 e in media vengono falciati per tre volte ottenendo così un ottimo foraggio che viene tutto fasciato in grossi “balloni”.

I prati sono in maggioranza in affitto, e si trovano negli estimi di Folgaria, Lavarone, Serrada e Val d’Astico. Il totale della mandria è di 130 capi dei quali una sessantina sono da rimonta e gli altri in lattazione.

Parliamo dell’attività di Mauro Slaghenaufi 28 anni, da dieci impegnato a tempo pieno in azienda dove ha fatto una società semplice con il papà Paolo la mamma Nadia e la sorella Agnese, anche lei di 29 anni impegnata a tempo pieno in azienda.

Considerato che l’Altipiano ha una grande superficie boscata Luca da anni è impegnato anche nella coltivazione dei boschi. Un’attività che ha subito una accelerazione nel dopo Vaia con l’enorme quantità di schianti che andavano recuperati il più in fretta possibile per togliergli dal pericolo di attacco massiccio del bostrico. "Ora stiamo finendo questo recupero” precisa Mauro.

Ma la formazione professionale di Luca era quella di autoriparatore specializzazione conseguita all’Enaip di Villazzano, appena finito la scuola è andato a lavorare come autoriparatore. Ma ben presto si è reso conto che la sia passione era per la zootecnia.

Così a 18 anni ha lasciato il posto di lavoro e si è inserito a tempo pieno nell’azienda zootecnico- boschiva costituendo la società agricola semplice con i propri famigliari.

Siamo in presenza di un’azienda d’avanguardia, fra le non molte stalle in Trentino, le 70 mucche in lattazione vengono tutte munte per ben tre volte al giorno da un piccolo robot che continua a mungere una mucca dopo l’altra.

Alla domanda se saltando gli orari di mungitura classica delle due volte al giorno: mattina e sera, si ha una perdita di latte, la risposta è immediata “assolutamente no – dice Slaghenaufi - anzi la produzione è maggiore. L’ottima razione alimentare a base di fieno fasciato, medica, mais e soia assicura un ottima produzione capo/lattazione, oltre che un’ottima qualità. Il nostro latte non può essere venduto come alta qualità perchè la Latte Trento dove lo conferiamo, passa a fare il raccolto ogni due giorni e non giornalmente come richiede l’alta qualità.

Le 70 vacche danno una produzione media/lattazione di tutto rispetto, siamo sui 100 quintali. Nel 90% dei casi si tratta di vacche della razza Frisona, e solo il 10% sono della razza Bruna. Certo, gli investimenti per raggiungere questo livello tecnologico sono stati rilevanti, ma se le cose proseguivano come fino a poco tempo fa anche i mutui accesi riuscivamo a pagarli.

Purtroppo ora c’è la grossa incognita data dall’esplosione dei prezzi delle materie prime, dall’energia elettrica aumentata di oltre il 300%, al gas di oltre il 400%, ai mangimi ed alla medica, tutti aumentati con cifre a due zeri. Speriamo che il forte appello lanciato dalla Federazione Allevatori, dal nostro caseificio sociale di riferimento, dal Consorzio Trentingrana supportati dalla Federazione Trentina delle Cooperative sortisca l’effetto sperato di abbattimento dei costi o di aiuti dati in altro modo alle varie attività che svolgiamo anche con forte beneficio del territorio e dell’ambiente fortemente vocato al turismo".

E il rapporto con il turismo come va chiediamo a Mauro visto il grande ruolo che voi come allevatori svolgete per mantenere verde l’altipiano?

"Siamo ancora ad una collaborazione molto scarsa”, e quando ricordiamo che il problema era stato posto agli albergatori 60 anni orsono, Mauro sconsolato dice che in questi 12 lustri è cambiato molto poco.

"Per il futuro, il nostro impegno più importante – afferma, il giovane –  è quello di pagare i debiti accesi per i notevoli investimenti fatti in azienda, negli ultimi anni che hanno comportato l’acquisto di nuove trattrici, l’acquisto del robot l’ammodernamento dell’azienda, il tutto finalizzato all’ottenimento di una migliore qualità della vita per la nostra mandria.

C’è anche un sogno nel cassetto: quello di superare il momento difficile e consolidare l’azienda, ma siamo ottimisti perché ce la fatta mio nonno e ce l’ha fatta mio papà per cui siamo convinti che riusciremo a farcela anche noi se avremo il necessario supporto dell’ente pubblico.

Siamo convinti di svolgere un grande suolo nella conservazione dell’ambiente, abbiamo anche pensato al biologico ma riteniamo che non ci siano le condizioni per la scelta".

Mauro è impegnato anche nel sociale come vigile del fuoco da 6 anni, ed ha una grande passione, quella della montagna. 

"Sull’altipiano vi sono anche altri giovani allevatori - conclude Mauro – e con questi 6-7 abbiamo un buon rapporto”.













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