l’intervento

A 80 anni da solo sul Pasubio finisce del dirupo: guida i soccorritori col fischietto

“Una storia bellissima”, così il soccorso alpino veneto (che ha recuperato l’uomo e lo ha portato al rifugio Papa) sintetizza quanto successo. Senza internet, senza gaps ha vinto l’antico fischietto (foto soccorso alpino veneto)



TRENTO. “Vogliamo raccontarvi un soccorso che ci ha emozionati, un soccorso partito nel pomeriggio e conclusosi nella notte”. Così inizia il lungo post del soccorso alpino veneto che racconta un intervento sul Pasubio fra Trentino e Veneto, una storia che spiega che ogni intervento nasconde qualcosa di speciale.

"Parla – continua il post – di un uomo di 80 anni, Giovanni, che ieri (il 12 luglio) voleva chiudere la sua lunga storia con le montagne, con il Pasubio in particolare, scegliendo un percorso in una vallata severa, solitaria ed estranea ai grandi flussi, la Val del Pruche.

Dopo essersi fatto lasciare a Posina all'imbocco della valle, ieri mattina alle 10, aveva intrapreso la sua camminata all'interno della vallata, poco frequentata e molto impegnativa, con l'obiettivo di raggiungere il Rifugio Papa dove passare la notte.

Attorno alle 17 però, perso l'orientamento e finito in un ripido pendio erboso dal quale non si arrischiava a muoversi, pur in un luogo con scarsa copertura telefonica era riuscito a contattare il 118 per chiedere aiuto.

Impossibile risalire in alcun modo alle coordinate Gps, visto il vecchio modello di cellulare in sua dotazione, e dato che poteva trovarsi in qualunque punto della vallata, una squadra del Soccorso alpino di Arsiero si è preparata ed è partita dall'alto, a 1.950 metri di quota, una seconda squadra si è mossa dal basso - otto soccorritori in tutto - per iniziare a cercarlo, mentre un nono soccorritore è rimasto al campo base per gestire le comunicazioni radio e telefoniche.

Giovanni, non aveva con sé l'ultimo modello di cellulare con internet e la possibilità di essere geolocalizzati, se attivo il trasferimento dati. Però dallo zaino ha estratto uno dei più infallibili trasmettitori di segnali, che non si scarica, non ha bisogno di copertura, non si bagna. Un fischietto.

Dopo essersi abbassati di quota, arrivati a 1.700 metri, i soccorritori hanno iniziato a sentire i fischi, poi c'è stato il contatto vocale e l'individuazione alle 22.30.

L'uomo stava bene, anche se stanco. È stato reidratato, dotato di imbrago e assicurato con una breve corda a uno dei tecnici, che lo hanno guidato verso il sentiero e di nuovo in salita fino al Rifugio Papa, dove si è potuto rifocillare e dove ha deciso di passare comunque la notte.

Le squadre lo hanno salutato e sono rientrate a mezzanotte. Vorremmo sempre poter raccontare storie belle che si concludono nel migliore dei modi. Ieri si sono registrati una ventina di interventi sulle montagne venete. Purtroppo due uomini hanno perso la vita". 













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