Ucraina

La caduta di Severodonetsk: i russi entrano in centro, civili nei bunker

E’ il centro strategico per il controllo della regione di Lugansk. Le truppe di Kiev arretrano, restano in città 12 mila abitanti. Zelensky: «100 morti al giorno»


Cristoforo Spinella


ROMA. La clessidra scorre veloce a Severodonetsk. Ora dopo ora, il centro strategico per il controllo della regione di Lugansk scivola sempre di più nelle mani dei russi, che ormai controllano più di due terzi della città. Le truppe di Mosca sono entrate in centro per restarci, mentre quelle di Kiev arretrano per evitare l'accerchiamento.

E per i circa 12 mila abitanti rimasti, abbandonare l'area urbana è ormai impossibile. "Gli scontri continuano. Il nemico ha raggiunto il centro di Severodonetsk e sta cercando di prendere piede", ha riferito il portavoce del ministero della Difesa ucraino Oleksandr Motuzyanyk. "Il nemico - ha spiegato - ha concentrato lì le sue riserve per raggiungere il confine della regione. Il suo principale obiettivo tattico è prendere il pieno controllo della città".

Secondo il sindaco Oleksandr Stryuk, solo il 20% del territorio è ancora in mani ucraine e "viene difeso fieramente", mentre il 60% è controllato dalla Russia e la parte restante della città è al momento "terra di nessuno". Per annunciare la presa della città, ha detto il portavoce delle milizie separatiste di Lugansk, Andrei Marochko, manca poco.

A rallentarla potrebbe essere però la riproposizione di uno scenario simile a quello dell'Azovstal a Mariupol. "Abbiamo alcune informazioni di intelligence che indicano che potrebbero esserci fino a 300 civili" nella fabbrica chimica Azot”, ha spiegato. Nell'impianto, ha confermato il governatore ucraino Serhiy Gaidai, sono presenti diversi bunker antiaerei utilizzati dalla popolazione. Una situazione in grado di determinare un nuovo stallo, considerando anche i rischi legati ai raid sullo stabilimento, tra i più grandi d'Europa, mentre continua il rimpallo di accuse sull'esplosione martedì di un serbatoio di acido nitrico. Ma secondo Gaidai, comunque "non sarà una seconda Azovstal, perché quella aveva una vasta città sotterranea, cosa che l'Azot non ha".

Il momento "estremamente difficile" di Kiev, dopo quasi cento giorni di guerra, si riflette nell'amaro bilancio del presidente Volodymyr Zelensky. Ogni giorno, ha detto, l'Ucraina sta perdendo "dai 60 ai 100 soldati", e conta circa "500 feriti". Ma bisogna comunque guardare "all'intero fronte", ha sottolineato, citando le controffensive a Kherson e Kharkiv e la tenuta delle linee di difesa nell'oblast di Zaporizhzhia.

Secondo lo Stato maggiore ucraino, le forze russe puntano adesso a consolidare i diversi fronti, rafforzando le posizioni da nord alla fascia costiera, mentre i bombardamenti missilistici e d'artiglieria continuano da Dnipro a Mykolaiv.

Il bilancio è drammatico anche per la popolazione civile. Nella Giornata dei Bambini, celebrata sia in Ucraina che in Russia, Kiev ha parlato di 243 piccole vittime e 446 feriti dall'inizio della guerra. A Mosca, la narrativa rovesciata del Cremlino evoca invece il suo ruolo nella protezione degli orfani del Donbass, che, ha promesso il presidente Vladimir Putin, non verranno abbandonati.

Lontano dal fronte, la Russia continua intanto a gonfiare i muscoli. La Difesa ha annunciato esercitazioni delle forze nucleari nella provincia di Ivanovo, 300 km a nord-est di Mosca. Manovre intensive che stanno impegnando un migliaio di soldati, con l'impiego di oltre 100 mezzi, tra cui i lanciamissili balistici intercontinentali Yars. Il potenziamento militare guarda a una guerra lunga e ai futuri assetti di sicurezza nella regione. Una riorganizzazione che coinvolge anche la Marina: entro la fine dell'anno, in servizio nella flotta settentrionale russa ci sarà anche la fregata Admiral Golovko, la prima a trasportare su base regolare armi ipersoniche in mare. 













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