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Covid, l’appello dei medici: vaccinare bambini e donne in gravidanza

L’incognita dell’autunno. Cartabellotta (Gimbe): “Ricoveri dimezzati nell’ultima ondata, i vaccini funzionano”



ROMA.  C'è preoccupazione, da parte di pediatri e ginecologi, per i possibili rischi di contagio da parte di donne in gravidanza e bambini, tanto che hanno lanciato un appello al ministero della Salute perché si acceleri la vaccinazione per queste categorie.

L'appello arriva in un momento in cui la curva dell'epidemia di Covid-19 in Italia è ancora sostanzialmente stabile, ma si guarda già all'autunno come a un'incognita, soprattutto alla luce della riapertura delle scuole.

I numeri dell'epidemia in Italia confermano una stabilità che si osserva ormai da tre settimane e i 4.257 nuovi casi (contro i 5.959 del giorno prima) rilevati dal ministero della Salute sono in linea con quelli notificati nei giorni scorsi, considerando il calo fisiologico che si osserva dopo il fine settimana. Sono stati infatti rilevati con 109.803 test fra molecolari e antigenici rapidi, contro i 223.086 del giorno precedente.

Si rileva di conseguenza un tasso di positività del 3,88%, in aumento rispetto al 2,67% del giorno prima. Considerando invece il rapporto fra il totale dei casi e i soli tamponi molecolari il rapporto è dell'8.3%. I decessi registrati in 24 ore sono stati 53, contro i 37 del giorno prima. In leggero aumento anche i ricoveri nelle unità di terapia intensiva, con 23 in più nel saldo tra entrate e uscite per un totale di 548, e 50 nuovi ingressi giornalieri. Nei reparti ordinari i ricoverati con sintomi sono 4.264, 131 in più in 24 ore. Fra le regioni è ancora la Sicilia a registrare il maggiore incremento giornaliero di casi, con 1.600. Seguono a distanza Emilia Romagna (546), Toscana (348), Lazio (321), Veneto (319), Calabria (190), Campania (186), Lombardia (140), Puglia (105), Piemonte (103).

Sono numeri che, ancora una volta, indicano il ruolo fondamentale dei vaccini nel ridurre le forme gravi di Covid-19 e con esse i ricoveri. Lo rileva per esempio il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, per il quale in quest'ultima ondata dell'epidemia i ricoveri si sono dimezzati rispetto alle ondate precedenti. "Questo vuol dire che il vaccino funziona", ha rilevato, e le "differenze regionali importanti" che si osservano, "dipendono dalla copertura vaccinale e dalla percentuale di over 50 non vaccinati".

A sottolineare l'importanza dei vaccini sono anche numerose società scientifiche, fra cui Società Italiana di Neonatologia (SIN) Società Italiana di Pediatria (SIP), Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI), Associazione Ginecologi Universitari Italiani (AGUI), Società Italiana di Medicina Perinatale (SIMP), Associazione Ginecologi Territoriali (AGITE) e Società Europea di Rianimazione Pediatrica e Neonatale (ESPNIC). Nel loro appello al ministero della Salute chiedono di vaccinare donne incinte e bambini, coordinando la campagna in modo centralizzato e veicolando un'informazione corretta su questi temi. Mette l'accento sulla necessità di accelerare la campagna vaccinale anche il direttore di Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, al fine di evitare "un settembre caldo". Il vero banco di prova sarà la riapertura delle scuole anche per il fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook 'Coronavirus-Dati e analisi scientifiche' e del network di comunicazione della scienza 'giorgiosestili.it'. "Abbiamo visto una forte crescita dei casi in luglio, poi - ha detto - si è raggiunto il picco e c'è stato un rallentamento; da tre settimane i casi non stanno più aumentando e la situazione epidemiologica è stabile".













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