FAMIGLIA

Assegno unico di 250 euro a figlio verso il traguardo. In arrivo altre misure per le donne: dalla revisione dei congedi parentali a incentivi per il lavoro femminile

La ministra Bonetti: “Fondamentale la libertà delle donne di poter progettare la loro vita e il pieno accesso al mondo del lavoro, anche integrandolo con l'esperienza della maternità” (foto Ansa)



ROMA. La promessa sono 250 euro in media al mese a figlio a partire da luglio indicati dal presidente del Consiglio Mario Draghi. I fondi a disposizione sono 20 miliardi tra fondi degli aiuti pre-esistenti e nuovi stanziamenti, ma potrebbero aumentare, ha detto la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti (Italia Viva).

"Le famiglie italiane devono stare tranquille, non ci perderanno", è il suo impegno, alla vigilia del via libera definitivo al Senato della legge delega sull'assegno unico per i figli a carico, atteso per oggi.

"L'assegno unico e universale - ha spiegato la ministra - è un provvedimento che fa parte del Family Act e consiste in una quota che verrà data a ciascun figlio, dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età, mese dopo mese, maggiorato dal terzo figlio e nel caso anche di bambini disabili. E' per tutti, e la quota dipenderà dal reddito, quindi le famiglie meno abbienti riceveranno di più, e le più ricche avranno solo una quota base". Inoltre, una norma transitoria preannunciata dalla ministra consentirà di non perdere il beneficio anche alle famiglie che hanno detrazioni fiscali per figli di oltre 21 anni.

Il governo rassicura così i genitori, dopo che diverse analisi avevano indicato il rischio che alcune famiglie potessero essere penalizzate dall'assegno unico rispetto a quanto prendono oggi. Da ultimo, uno studio del Gruppo di lavoro Arel/Feg/Alleanza per l'infanzia aveva stimato che 1,35 milioni di nuclei avrebbero avuto una perdita mediana di 381 euro. Una clausola di compensazione integrale delle perdite, che consentirebbe di scegliere per il regime più favorevole costerebbe 800 milioni.

Per  la ministra di Pari opportunità e Famiglia Elena Bonetti "l'assegno unico e universale è un risultato storico perché in Italia facciamo finalmente un primo passo per cambiare le politiche familiari, rimettendo al centro le nuove generazioni, le donne, il sostegno alla genitorialità e la parità di genere".

Ma, sottolinea in un'intervista alla Repubblica, "se ci limitassimo solo all'assegno sbaglieremmo di nuovo strategia: ragion per cui questa misura sta dentro al Family act, agganciata ad altre altrettanto rilevanti" "Uno degli elementi chiave della denatalità nel nostro Paese è la correlazione tra la libertà delle donne di poter progettare la loro vita e il pieno accesso al mondo del lavoro, anche integrandolo con l'esperienza della maternità", chiarisce Bonetti.

Che illustra la sua ricetta: sanare le diseguaglianze nel mondo del lavoro e nelle famiglie, rispetto ai carichi di cura e alle carriere femminili. "Nel Family act sono previste la revisione dei congedi parentali per garantirli a tutti i lavoratori, autonomi inclusi; incentivi al lavoro femminile; decontribuzione di quello domestico; possibilità di rendere meno costoso per le imprese assumere le donne - afferma -. La maternità deve essere considerata un investimento sociale". 













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