la scoperta

Verona, dallo scavo sotto l’ex cinema spunta una “micro” Pompei

Ritrovate le pareti affrescate di un complesso risalente al secondo secolo abbandonato dopo un rogo (foto Ansa)


di Mario Poli


VERONA.  Il sottosuolo della Verona romana dell'epoca imperiale regala una sorpresa inattesa: la scoperta di un complesso del II secolo, di funzione ancora sconosciuta, con pareti affrescate in magnifici colori, sopravvissuti alla distruzione di un incendio.

Elementi che da soli richiamano la suggestione di una Pompei in sedicesimo.

L'incendio, secondo gli archeologici, sembra aver messo fine alla frequentazione del complesso: resti crollati dei soffitti, un mobile di legno carbonizzato all'interno di un ambiente che ha conservato intatti, nonostante la distruzione, i colori delle pareti affrescate.

Una meraviglia emersa durante gli scavi nell'interrato dell'ex cinema Astra, nel centro storico della città scaligera, vicino a Porta Borsari.

Ne ha dato notizia la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Verona.

Dopo 15 anni dalle prime indagini, si è tornati a scavare, nell'ambito del più vasto progetto di ristrutturazione e riqualificazione dell'immobile avviato dai nuovi proprietari ed i ritrovamenti emersi negli ultimi giorni confermano la straordinarietà del complesso di età romana imperiale.

Durante gli scavi sono stati rinvenuti murature affrescate, impianti di riscaldamento sia a pavimento che a parete, pavimenti in cementizio decorati da tessere e crustae.

Inoltre anche in questo sito, come anche in altri contesti cittadini, un incendio sembra aver messo fine alla frequentazione del complesso. Ed è proprio questo aspetto - sottolinea la Soprintendenza - che avvicina questo ritrovamento a Pompei e ad altre città vesuviane: un evento calamitoso, in questo caso un rogo, ha segnato improvvisamente la fine di queste architetture, lasciando tracce tangibili della distruzione e dell'ultimo scenario di vita.

Porta Borsari costituiva il principale ingresso della città romana, immettendo l'importante via Postumia (che lambiva l'antico Foro Romano, l'attuale piazza Erbe) sul decumano massimo. 













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