«La regolarizzazione di viale Piave fatta rispettando le leggi» 

Primiero San Martino, il Comune affida la difesa all’avvocato Bonazza di Trento per il ricorso al Tar della ditta Brocchetto



PRIMIERO. E’ di ieri la pubblicazione all’albo comunale della delibera del Comune di Primiero San Martino di Castrozza con la quale affida la sua rappresentanza e la sua difesa allo Studio legale associato avvocato Flavio Maria Bonazza di Trento, riguardo all’ultimo ricorso al Tar di Trento, presentato dalla ditta Brocchetto, per l’annullamento di una serie di atti del Comune con oggetto il complesso edilizio di viale Piave a Transacqua, sede della Famiglia Cooperativa di Primiero. Il costo preventivato è di 14.883 euro. L’importo va assommarsi a quelli già abbondanti erogati in 8 anni di tristi diatribe aventi come soggetti il Comune di Transacqua e poi quello di Primiero San Martino di Castrozza e la ricorrente Ditta Brocchetto.

Contemporaneamente la giunta comunale ha emesso una nota stampa con la quale si chiariscono i passi fatti dall’amministrazione e che hanno riportato all’apertura del supermercato Coop di viale Piave. Puntualizzando subito che l’immobile è stato ereditato dall’ex Comune di Transacqua, dichiarato poi illegittimo «non perché, e questo è bene ribadirlo – si legge nella nota – fosse stato realizzato abusivamente, senza concessione o in modo difforme dalla concessione edilizia stessa, ma perché la concessione rilasciata dal sindaco del Comune di Transacqua, Marino Simoni, e l’iter che aveva portato al rilascio della stessa non rispettavano alcuni criteri di legittimità. La sentenza del Consiglio di Stato dava comunque indicazioni sull’iter che si sarebbe dovuto seguire per cercare di regolarizzare l’edificio». Cosa che il Comune ha fatto «regolarizzando i parcheggi in fascia di rispetto stradale, così come previsto da una legge provinciale in materia – si legge nella nota – e adottato il piano di lottizzazione relativo all’ambito sud (quello dell’edificio nuovo, per intenderci), atto che ha poi portato al rilascio della concessione edilizia e che ha di fatto permesso la riapertura del supermercato nel corso del mese di agosto. Era scontato attendersi anche in questo caso un ricorso dalla ditta Brocchetto, peraltro più che legittimo visto che in passato la stessa società ha impugnato davanti al tribunale amministrativo ogni atto riguardante questo piano di lottizzazione».

Poi la nota continua: «Questa amministrazione ha cercato di seguire le indicazioni date dagli organi preposti per regolarizzare la situazione, ha fatto le cose con impegno e nel rispetto della legge. Se c’era una possibilità data dalla legge di regolarizzare il tutto, era un dovere cercare di perseguirla da parte dell’amministrazione. L’alternativa era stare seduti con le mani in mano e aspettare la chiusura di tutti i punti Coop nei paesi per il fallimento della società. Soluzione semplice e non rischiosa per l’amministrazione, ma disastrosa per i lavoratori, le loro famiglie e, soprattutto, per i nostri paesi. Noi però abbiamo scelto di prenderci le nostre responsabilità».

Come è noto tutta l’incresciosa vicenda risale, infatti, al giugno 2010 con la strana delibera approvata dall’allora Comune di Transacqua retta da Marino Simoni e da allora nessuno ancora ha fatto il conteggio esatto degli ingenti costi che ha dovuto sopportare tutta la comunità locale, nel suo insieme come censiti. Finora nessuno dei soggetti interessati è stato chiamato a pagare sia i danni sopportati dai privati, sia i “danni erariali” - così si chiamano i danni economici sopportati dai Comuni - prodotti da provvedimenti discutibili. Ora, in altre parole, si ricomincia tutto d’accapo e le conseguenti spese ricadono come sempre ancora sugli incolpevoli cittadini. (r.b.)













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