Il “Marchio etico” ai bar che dicono no alle slot 

Sarà consegnato dalla Croce Rossa di Canal San Bovo nell’ambito di un progetto contro dipendenze e ludopatie realizzato in collaborazione con Ama di Trento


di MariaCristina Bettega


PRIMIERO. In Primiero è in arrivo il “Marchio etico”, si tratta di un segno identificativo assegnato dalla Croce Rossa Italiana - Comitato Locale di Trento - Unità territoriale di Canal San Bovo agli esercizi pubblici che non hanno al loro interno nessun tipo di gioco d’azzardo.

Il progetto è stato portato avanti dalla Croce Rossa insieme all’associazione Ama (Auto mutuo aiuto) di Trento in collaborazione con tutti i Comuni del Primiero, Vanoi e Mis. Agli esercizi pubblici nei mesi scorsi è stata data possibilità di sottoscrivere un modulo di adesione al progetto, con cui si impegnano a rispettare alcune disposizioni come: escludere la possibilità di gioco d'azzardo di qualsiasi natura nel proprio ambiente effettuando così una scelta consapevole di natura etica e contribuire a favorire un'azione educante di sensibilizzazione sociale sulle tematiche dell' azzardo e sulla responsabilità sociale. Il “Marchio etico” verrà consegnato durante una serata pubblica contro la dipendenza del gioco che si terrà il prossimo 17 novembre. Naturalmente ogni pubblico esercizio che riceverà il marchio esporrà anche l'adesivo “Qui No Slot” della Unità territorale di Canal San Bovo della Croce Rossa Italiana in modo visibile al pubblico già dall'esterno del locale e non pubblicizzerà il gioco d’azzardo in nessun modo.

In Trentino è stato calcolato che in un anno il valore del giocato si aggira su 1 miliardo e 18 milioni di euro ed ogni anno sono oltre un centinaio le famiglie che si rivolgono al Serd (Servizio dipendenze della Provincia di Trento) e all'Ama per aiutare soprattutto i giovani ad uscire da ludopatie e dipendenze da gioco. Il gioco d'azzardo può diventare una vera e propria patologia che spinge a giocare in maniera compulsiva, per vivere l'eccitazione del rischio che spesso è tanto più forte quanto più alta è la posta in gioco. Ad esserne colpiti anche i giovani tra i 15 e 35 anni che si avvicinano al gioco tramite le piattaforme online e i siti di scommesse o con le macchinette nei bar e nei locali adibiti al pubblico. Ed è proprio per questo che si sta creando anche la prima mappa geolocalizzata di locali liberi dalle macchinette e dal gioco, dove esercenti ed utenti sono invitati a scattare una foto con tanto di selfie usando l'hastag #caffenoslot per venire poi indicati in mappa. Un'idea semplice per aiutare a promuovere i locali No Slot e sensibilizzare le persone nei confronti di questo problema.













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