«I pastori e i loro animali ormai vivono un incubo» 

La testimonianza. Federica Stroppa di Torcegno, 18 anni, con un video vuole aprire gli occhi  a chi, davanti alla tv, dice “povero orso, povero lupo”. «Anche una vitella ha il diritto di non soffrire»


Marika Caumo


Lagorai. Quattro minuti, poco più. Tanto dura il video realizzato da Federica Stroppa di Torcegno. Immagini e parole che lasciano il segno, che aprono gli occhi a chi ancora non sa o non vuole vedere, su cosa sta succedendo nelle montagne del Lagorai, su come la vita dei pastori e dei loro animali sia diventata un incubo a causa della presenza di orsi e lupi. Non chiede l’abbattimento, ma di controllarli, come i pastori fanno con i propri capi.

Federica è giovanissima, ha appena 18 anni ma la montagna la conosce molto bene. La sua è una famiglia di pastori. Papà Albino fa questo lavoro da una vita: il suo gregge, i suoi animali sono come figli che cura, nutre, vive, ogni giorno. Estate dopo estate, dalle pianure li conduce nei pascoli delle amate montagne, su a Malga Ezze. Un paradiso, fatto di libertà ed aria pura, che negli ultimi anni con l’arrivo dei grandi carnivori si è trasformato in una prigione. La situazione è diventata insostenibile: non si dorme più, si vive nella paura di nuovi attacchi, nell’angoscia di vedere i propri animali smembrati dai lupi. La rabbia ha fatto posto alla rassegnazione, alla tristezza. Al dolore. Dallo scorso venerdì branchi di lupi stazionano vicino alla malga, con appostamenti sia di giorno che di notte. Non si sono spaventati nemmeno nel vedere Albino ed i suoi cani a pochi metri di distanza. Anzi. Una manciata di secondi, l’attacco, la predazione di cinque pecore. Ieri i resti di altri capi, capre e pecore, del figlio di Albino, sono stati trovati nella zona del monte Ciste.

La passione, l’impegno, i sacrifici dei pastori, di Albino, della sua famiglia, e di tutti coloro che hanno scelto questo lavoro, ora è messa a dura prova. «Gli animali diventano la tua seconda famiglia perché se scegli di essere un pastore sei consapevole che dovrai dedicare la maggior parte della tua vita a curare, gestire e nutrire il tuo gregge, lontano dai tuoi affetti- racconta Federica nel video-. Per molti mesi non avrai più una casa dove tornare la sera, un piatto caldo che ti aspetta, ma dovrai spostarti continuamente e il tuo unico soffitto sarà il cielo».

Così, dopo un lungo inverno ed una difficile primavera, l’estate è il periodo dove pastori e animali possono finalmente riscattare la propria libertà, raggiungendo gli immensi pascoli dove un tempo regnava la pace. Già, un tempo. «Ora questa pace è rotta dal battito accelerato dei pastori che impotenti vedono il loro lavoro morire, dagli stenti degli animali feriti, dal muggire spaventato dei bovini e dalle corse impazzite di asini e cavalli che, per la disperazione, finiscono in un burrone- prosegue Federica, mentre le immagini serene del gregge lasciano spazio alle fotografie dell’ultima predazione, con pecore uccise e ferite a morte-. Quello che già era un lavoro difficile, ora sta diventando impossibile perché si vive con la paura di perdere i propri animali, si trascorrono interminabili notti insonni perché l’orso è in zona e, durante il giorno, si è costantemente in allerta perché da un momento all’altro un branco di lupi potrebbe arrivare e fare una strage».

Purtroppo, ammette Federica, solo pochi capiscono. «Tutti cercano di fare i loro interessi dimenticandosi che ci sono persone che vivono con gli animali. Gli unici che tentano di parlare sono quelli che dovrebbero stare in silenzio perché, prima di parlare, bisogna sapere, conoscere e immedesimarsi. Troppo facile dire povero lupo e povero orso davanti alla tv, seduti sul divano di casa. Non capisco, dimmi, che differenza c’è tra un orso e una vitella? E tra una pecora ed un lupo? Entrambi sono animali ed hanno entrambi il diritto di non soffrire».

«Non è necessario l’abbattimento di grandi carnivori – conclude Federica- ma nello stesso modo in cui i pastori controllano che le loro pecore non vadano nei campi coltivati, chi tutela i grandi carnivori deve prendersi il compito di impedire che gli altri animali vengano predati. È troppo facile volere tutto e non fare niente, e non è giusto affidare tutte le responsabilità e i doveri a chi non ha mai approvato la presenza di lupi e orsi».

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