a trento 

Bruciò un modello di Apache 

Don Tarcisio, un ricordo vivissimo ai Solteri dove rimase 13 anni



TRENTO. «Era un uomo dal grandissimo cuore, aperto alle persone, e sempre entusiasta. Un uomo che sapeva accogliere e che cercava le persone». Annamaria Minotto è stata a lungo nel consiglio pastorale della parrocchia dei Solteri, a Trento e don Tarcisio lo ha conosciuto bene. Molto bene, visto che è stato parroco ai Solteri per 13 anni, fino al 2007. Quando è andato via, il quartiere era molto dispiaciuto e ha conservato un bellissimo ricordo di don Tarcisio. Annamaria Minotto spiega perché: «Cercava le persone e loro cercavano lui perché si capiva che era accogliente e generoso. A lui piaceva stare con la gente e si faceva sempre in quattro e la gente gli stava vicino. Era molto attivo con il gruppo Caritas e si dava un gran da fare per aiutare le famiglie in difficoltà. Per questo aveva anche stabilito una collaborazione con gli assistenti sociali e gli aiuti andavano sempre a chi ne aveva davvero bisogno». Don Tarcisio è rimasto ai Solteri, come detto, per 13 anni e nel 2007, quando venne trasferito, lasciò molti rimpianti. Soprattutto tra i giovani.

Infatti, don Tarcisio era molto vicino ai giovani e aveva organizzato una serie di attività con i ragazzi: «Ogni anno organizzava ben tre turni del campeggio per i ragazzi a Rabbi. Poi era molto attivo con il gruppo giovani. Mi ricordo anche un’episodio particolare. Una volta, per protestare contro i bombardamenti della Nato in Kosovo, bruciò in chiesa sull’altare un modello dell’elicottero da guerra Apache. Un gesto meditato per dare ai suoi parrocchiani un segnale forte contro ogni forma di violenza. Di fronte ai fedeli riuniti per la messa domenicale, don Guarnieri bruciò sull'altare, con il cero pasquale, un modello di legno di un elicottero «Apache», quelli utilizzati dall'esercito americano per bombardare i Serbi. Una protesta messa in atto in occasione della Prima Comunione dei bambini della parrocchia, come gesto simbolico di pace, «per ricordare a tutti - disse il parroco - che il Dio che stiamo pregando è un Dio di pace, e per non dimenticare una guerra che si combatte a due passi dall'Italia».













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