A Catania gli esami sui campioni di vino 

Le indagini: si vuole accertare se siano stati venduti per Igt e Dop prodotti provenienti da altre zone



MORI. Nuova giornata di lavoro pieno per i Nas dei carabinieri di Trento impegnati nelle complesse operazioni di sigillatura dei circa 300 fusti dove sono stati raccolti i campioni da altrettanti vasi vinari alla cantina Mori Colli Zugna. I Nas di Trento, che operano in collaborazione con l’Icqrf (l’ente del ministero dell’agricoltura che si occupa di controlli qualità e della repressione delle frodi alimentari) di San Michele all’Adige, invieranno i campioni al laboratorio dell’Icqrf di Catania, specializzato nelle analisi isotopiche: saranno dunque i tecnici catanesi ad appura se nelle botti di Mori venivano affinati vini di altre zone, ma destinati alla vendita con marchi Igt e Dop legati al territorio locale. Questo è il sospetto sul quale si concentrano le indagini. Nel frattempo, ai nomi dei indagati - il presidente Paolo Saiani, l'ex vicepresidente Francesco Moscatelli, l'ex direttore Luciano Tranquillini, il sue vice Enrico Malfatti, Germano Faes (richiamato in cantina con un contratto di consulenza dopo il oicenziamento di Tranquillini, il direttore generale della cantina di Verona Collis, Giancarlo Lechthaler - si aggiunge quello di Rossana Ferrari, consulente e titolare di una ditta veronese che vende prodotti enologici. L’indagine era partita per iniziativa autonoma dei Nas, che attraverso i servizi del Trentino sulla cantina di Mori erano venuti a conoscenza dell’inchiesta interna della Federazione delle cooperative di Trento, che il primo di agosto aveva scoperto in cantina 2.020 ettolitri di acqua al posto del vino. Pare si trattasse di un escamotage per nascondere il fatto che le stime iniziali sul raccolto erano di gran lunga superiori a quanto in effetti vinificato. L’acqua venne gettata negli scarichi, ma da quell’indagine interna e con il licenziamento di Tranquillini i Nas avviarono le verifiche e già in novembre effettuarono la prima ispezione alla Federazione cooperative e alla Cavit, raccogliendo documentazione, dati, consultando i registri delle compravendite e risalendo a quei passaggi che parevano sospetti. Tra questi, 1.500 ettolitri di vino bianco acquistati dalla cantina Collis, al momento l’unica operazione al vaglio degli inquirenti. L’ufficio tecnico della cantina resta per ora sotto sequestro. Oltre ai sette indagati, sono state perquisite le case di 15 tra soci e dipendenti, che però non risultano indagati. (gi.l.)













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