Valdastico, tavolo con il Veneto

Rossi vede Zaia e Delrio: «Confronto su Valsugana e ferrovia». Serenissima, spazi per la proroga


di Chiara Bert


TRENTO. Disgelo sull’asse Trentino-Veneto dopo la giornata ad alta tensione di mercoledì, quando il governatore Luca Zaia - dopo un vertice preparatorio del Cipe (il Comitato interministeriale per la programmazione economica) - aveva annunciato un accordo sulla Valdastico Nord, prontamente smentito dal suo omologo trentino Ugo Rossi: «Non c’è alcuna intesa».

Ieri a Roma, dove hanno partecipato all’incontro di Regioni e Comuni con il premier Renzi sui profughi, i due presidenti si sono visti informalmente insieme al ministro delle infrastrutture Graziano Delrio, il quale in occasione della sua visita a Trento a fine aprile negli incontri istituzionali non aveva fatto cenno alla questione Valdastico e ai cronisti aveva ricordato che l’opera non rientra tra quelle prioritarie individuate dal governo nella legge obiettivo.

Rossi ripete che non si parla più di Valdastico, ma di un tavolo con il Veneto che abbia al centro l’intero sistema dei trasporti tra i due territori: «Noi - spiega - abbiamo ribadito la nostra contrarietà all’opera, già formalizzata fin dal 2010 e nota a tutti, perché riteniamo che quel collegamento non abbia senso. Però - prosegue il governatore - dentro un principio di leale collaborazione abbiamo anche detto che siamo disponibili a sederci ad un tavolo con il Veneto per valutare anche altre proposte che non riguardano la Valdastico». Proposte che per Rossi spettano a ministero e Regione Veneto, la quale ha urgenza di andare in Europa a chiedere una proroga del termine (fissato al 30 giugno) per l'approvazione del progetto definitivo della Valdastico Nord (oltre Piovene Rocchette), al fine di mantenere la scadenza della concessione in house (senza gara) alla Serenissima dell’autostrada Brescia-Padova al 2026.

Ma la disponibilità trentina al confronto non è, insiste Rossi, strumentale all’ottenimento della proroga: «Verifichiamo se esistono i termini per un’intesa a 360° sulla mobilità e il traffico tra Veneto e Trentino. Servono soluzioni che vadano bene anche al Trentino, evitare di attraversare il nostro territorio in troppi punti, ragionare su una scelta forte sulla ferrovia invece che su nuove autostrade ormai superate, discutere sui costi da compensare. Dev’essere un’intesa complessiva che riguarda l’intero sistema dei trasporti».

Di certo, avverte Rossi, «l’oggetto di un’eventuale intesa con il Veneto non sarà un semplice tracciato stradale», quel tracciato che fonti venete rilanciano con sbocco a Trento sud anziché a Besenello. «Sono ragionamenti che non si fanno sui giornali, ma con i tecnici ai tavoli, mettendo sul tappeto costi e spazi ambientali», incalza il presidente della Provincia.

Martedì prossimo 30 giugno, in zona Cesarini, è fissata la seduta del Cipe, ultima chiamata per ottenere dalla Commissione europea un dilazionamento dei tempi. La parola «intesa» potrebbe bastare a Bruxelles. Si tratterà di capire poi quali saranno i reali contenuti di un accordo che ad oggi vede posizioni di partenza lontanissime.

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