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Usura, allarme in Trentino. Gli artigiani: tassi al limite

Il presidente dell’Associazione di categoria De Laurentis spiega: «Un nostro studio dimostra che le banche applicano le stesse condizioni, quasi un cartello»



TRENTO. Se in Alto Adige la situazione dell'usura bancaria supera decisamente il livello di guardia, come ha denunciato sull’Alto Adige nei giorni scorsi il presidente degli artigiani del Cna Claudio Corrarati, in Trentino il quadro, costantemente monitorato dall'Associazione Artigiani è meno grave, ma pur sempre allarmante.

L'anatocismo bancario lo si può ormai considerare una prassi; mentre il restare costantemente al di sotto del tasso d'interesse considerato usura di pochissimo, fa pensare ad una sorta di cartello istituito tra gli istituti bancari trentini. La riflessione di Roberto de Laurentis, è semplice: «Com'è possibile che nessuna banca sfori nemmeno per sbaglio, il limite della percentuale d'interesse considerato tasso usurario? Si fermano un punto sotto, a volte anche meno, ma nessuna lo supera: mi sempre davvero una situazione particolare».

E' possibile fare una graduatoria degli Istituti Bancari che operano sul territorio? « Diciamo - spiega De Laurentis - che pur non regalando nulla, anzi, le più virtuose restano le Casse Rurali. Gli altri sono fluttuanti e nello studio che come associazione abbiamo compiuto si alternano al vertice della graduatoria, anche in considerazione dello stato di salute della banca stessa. Peggio è messo il bilancio e più cercano di rastrellare».

L'altro problema è l'anatocismo: «Una prepotenza alla quale il singolo cliente può agire solo per vie legali, perché bonariamente pur subendo un sopruso, non ottiene nulla. Succede che gli interessi passivi siano calcolati ogni trimestre, per essere poi ricalcolati in quello successivo. Se a marzo il debito è 10 e 1 l'interesse; a giugno si parte da 11 per ricalcolare tutto, quando al contrario la base di riferimento dovrebbe essere il solo debito. Gli istituti bancari incassano abusivamente; al cliente non conviene adire le vie legali perché il valore di ogni singola pratica non è molto pesante ed alla fine e meglio pagare. Solo che ogni banca, moltiplicando quelle cifre per tutti i clienti, incamera importi non dovuti che sono significativi».

In Alto Adige, dove la situazione sembra essere più grave si parla di una class action a difesa dei clienti vessati: «Chiariamo subito che non è possibile per il fatto che alla base non c'è un contratto unico, ma tante posizioni tra loro diverse e quindi una comune azione legale, a mio avviso, non è attuabile. Come Associazione Artigiani, abbiamo un servizio specifico aperto ai nostri associati che valuta le singole posizioni e consiglia su quello che è meglio fare. Lo abbiamo istituito dopo una fase di studio del fenomeno dell'usura bancaria, che ci aveva portato alla convinzione che tutti i rapporti fossero fiduciari e che il cliente non avesse o non fosse nemmeno in grado di avere, una consapevole conoscenza della propria posizione».

In questi ultimi tempo stanno prendendo piede le società di consulenza che pubblicizzazione chiaramente di offrire la possibilità di recuperare il maltolto. De Laurentis mette tutti in allerta: «Attenzione si tratta di una truffa. Arrivano quasi tutte dal bresciano, si fanno consegnare i documenti per una prima relazione gratuita. Alla quale segue una perizia di valore legale che costa 1500 euro, solo che poi l'imprenditore resta col cerino in mano, perché sia la decisione che le spese, sono esclusivamente a suo carico».

(d.p.)

 













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