Una coltellata alla schiena Andrea morto dissanguato 

Ieri mattina è stata eseguita l’autopsia sul corpo del 44enne di Vezzano L’esame dovrà anche verificare la compatibilità della ferita con il coltello



TRENTO. È morto per dissanguamento Andrea Cozzatti, il cuoco 44enne di Vezzano trovato senza vita domenica sera nell’appartamento di via Maccani 22. Questo il primo risultato dell’autopsia che è stata eseguita ieri mattina dalla dottoressa Elisa Vermiglio dell’istituto di medicina legale di Verona, cui il sostituto procuratore Marco Gallina ha affidato l’incarico. Per avere la relazione completa sarà necessario attendere dei giorni, ma la prima risposta è arrivata. L’esame del corpo ha permesso alla dottoressa di dire che Andrea è morto a causa di una forte emorragia ma non è ancora possibile dire se la lama del coltello abbia colpito qualche organo vitale, come il cuore. Una morte che sarebbe stata immediata quella del 44enne e provocata dal dissanguamento. Come «racconta» anche il divano della casa di Mulas che è stato trovato intriso di sangue.

La coltellata è stata inferta nella schiena di Andrea Cozzatti. Un colpo solo quello mortale. C’è un secondo taglio, sull’avambraccio ma sarebbe superficiale e quindi non in grado di pregiudicare la vita dell’uomo.

Fra le risposte che ci si attende dall’autopsia c’è anche quella legata all’arma che è stata utilizzata per colpire la vittima. Salvatore Roberto Mulas alla polizia ha consegnato di sua volontà un coltello con la lama di 15 centimetri dicendo di aver usato quello per colpire l’amico. E l’anatomopatologo dovrà dire se è vero. È stata comunque sequestrata anche un’altra lama, un coltello seghettato di circa 12 centimetri. Che, anche ad un prima analisi, non pare compatibile come arma del delitto.

Sui coltelli saranno eseguiti anche degli accertamenti da parte della scientifica alla ricerca di tracce di sangue. Sì perché la lama che è stata consegnata alla squadra mobile da Mulas era già stata pulita. Se è realmente l’arma utilizzata, questo significa che l’uomo, dopo aver colpito a morte l’amico avrebbe anche pulito il coltello per poi riporlo nel cassetto. Da dove l’aveva quindi estratto per consegnarlo agli investigatori. Un gesto istintivo quello della pulizia, oppure il tentativo di depistare le indagini? La domanda è ancora risposta anche se bisogna comunque evidenziare come Mulas, nei minuti immediatamente successivi all’arrivo della polizia, abbia ammesso di aver colpito l’amico. Il sostituto procuratore al termine dell’esame ha dato il nulla osta per la sepoltura di Cozzatti.













Scuola & Ricerca

In primo piano