Una colletta per il tridente del Nettuno

Commercianti del centro: questo è un simbolo della città. E c’è chi propone una biciclettata per raccogliere i soldi


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. Residenti e commercianti del centro storico sono tutti d’accordo: il tridente del Nettuno, sparito dalla fontana di piazza Battisti (o piazza delle Oche) deve tornare. Che sia l’originale o una copia, poco importa. Tanto che si pensa a raccogliere i soldi attraverso una colletta o una caccia al tesoro.Mentre c’è chi vorrebbe ingaggiare un investigatore privato che scopra gli autori del furto. Già: furto per conto di qualche collezionista o bravata di qualche buontempone? I maligni sussurano (dal Palazzo) che sia stato qualche assessore per distogliere l’attenzione dei media dalla contestata ciclabile di via Dante o addirittura (riferendosi alle bombe ritrovate lungo il Leno) il sindaco stesso per poi farsi fotografare quando lo ritrova...

Scherzi a parte, la sparizione del tridente è l’argomento che tiene banco in centro: «Speriamo che lo recuperino o che chi l’ha rubato lo faccia ritrovare - afferma la consigliera delegata al centro Ornella Frisinghelli - In ogni caso il Nettuno non può rimanere così com’è: è un simbolo della città. E allora faremo qualche iniziativa per rimettere il tridente al suo posto». Una colletta, ad esempio? «Certo, visto che l’Apt sembra è a corto di soldi facciamo una colletta - afferma Gianpiero Vecli, dell’omonima erboristeria - con una cacccia altesoro o ad una passeggiata in bici da piazza San Marco alla ciclabile di via Dante... E perché non ingaggiare un detective privato per trovare i ladri? In ogni caso il forchettone va fatto rifare da un fabbro». «Perché non prendere l’occasione per farlo colorato, in stile Depero con le tovaglie del Bontadi in tema?» aggiunge Mara Pizzini del negozio per bimbi in via Rialto.

L’idea della colletta piace anche ad Aldo De Chiusole che punt a il dito contro «i vandali e gli schiammazzi in centro: la notte è impossibile dormire e il Comune non fa niente». «Ci mancava solo il tridente: ormai siamo abituati ai danneggiamenti di fiori e lampioni. L’idea di una colletta, se non ci pensa il Comune, è fattibile» affermano Chiara e Rino Creazzi con Alessio Corrente del bar Orange.

Dare dignità ad un simbolo di Rovereto: è quello che sostiene anche Massimo Zenatti, della macelleria di via Orefici: «Così non può dare: ognuno ci metta qualcosa e ridiamo a Nettuno il suo tridente». Che sia stato rubato dai trentini? sospetta Carlo Bonetti del negozio Carpisa: «Loro ce l’hanno in piazza Duomo e sono invidiosi del nostro Nettuno. Va a finire che si farà una sorta di disfida sul modello “cjusi e gobi “ per riappropriarci del forchettone. Altrimenti troviamo una morosa per non lasciare Nettuno solo...» «E’ vergognoso quello che è successo. Chi ha rubato il forchettone che ne ne fa? Va a caccia di triglie - interviene Pino Di Spirito, napoletano ma da 15 anni in città - Rivogliamo il nostro tridente...»

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano