Tutti all’Aquila per l’Auditorium

Oggi Abbado inaugura il dono disegnato da Piano con quasi 7 milioni della Provincia (sui 20 usati per l'Abruzzo dopo il sisma). Attesi 50 trentini, tra cui Dellai, Panizza, Gilmozzi, il sindaco Andreatta e il "direttore lavori" De Col. La Dominici s'arrabbia: "Perché i consiglieri non sono stati invitati?"



TRENTO. Più che un Auditorium è uno "Stradivari gigante", un’enorme cassa di risonanza costruita interamente con il legno trentino più pregiato, sì, quello di cui si serviva il celebre maestro di Cremona. E più che un Auditorium è un regalo che esce dall’incontro fra la matita di Renzo Piano e la bacchetta di Claudio Abbado, con - scusate l’intromissione plebea - le tasche della Provincia autonoma di Trento. Provincia che, per realizzare questo capolavoro acustico-architettonico, questo gioiello che dovrebbe rappresentare il monito della rinascita di una città, L’Aquila, massacrata dal terremoto del 2009, Provincia di Trento che, dicevamo, ha sborsato quasi 7 milioni di euro. Oggi si terrà il concerto di inaugurazione all’Aquila: il maestro Abbado dirigerà l’orchestra Mozart di Bologna in un programma interamente dedicato a Bach. Sarà presente tra il pubblico, ovviamente, Renzo Piano. Ma ci sarà anche il presidente Napolitano e farà la sua apparizione anche Roberto Benigni (con la moglie Nicoletta Braschi, come ospiti di Piano). E ci sarà anche un’ampia delegazione della Provincia. A partire dal presidente Dellai, per passare agli assessori Gilmozzi e Panizza, al sindaco Andreatta, al dirigente De Col (che ha seguito il cantiere passo passo, mantenendone la direzione lavori), ai colleghi dirigenti Bortoli e Bertoldi, al commissario del governo Squarcina, a monsignor Giacometti, alla presidente dell’Itea Ruffini. In tutto all’Aquila attendono una cinquantina di persone provenienti da Trento.

Il sisma del 2009 ha compromesso tutte le strutture musicali della città, compreso l’auditorium presente nel Forte Spagnolo. Ed è stato Renzo Piano ad avanzare l’idea di un auditorium sostitutivo, nel parco del Forte, non appena ha saputo dell’impegno di Abbado. È lo stesso Abbado a ricordarlo: «Già nel maggio 2009 avevo dato vita all’associazione Orchestra Mozart per l’Abruzzo, per raccogliere fondi per uno spazio che consentisse una rapida ripresa delle attività musicali. Quando il mio amico Renzo Piano ha saputo di questa iniziativa di solidarietà, ha subito proposto di progettare un auditorium ligneo, economico e realizzabile in breve tempo. Nell’autunno già mi aveva fatto vedere il plastico, e aveva già coinvolto la Provincia di Trento». Ed ecco il contributo (totale) della Provincia che ieri Dellai ha spiegato: «L’inaugurazione di questo Auditorium è il coronamento dell’attività di 2758 trentini, di cui 1900 volontari e gli altri a diverso titolo dipendenti della Provincia, che per mesi si sono impegnati nella ricostruzione dell’Aquila. Spero che questo sia l’ennesimo segnale del valore intrinseco dell’Autonomia, e ritengo che ogni tassello di legno di cui si compone l’Auditorium rappresenti uno dei trentini che hanno collaborato alla ricostruzione dell’Aquila».

Ricostruzione, peraltro, ben lungi dall’essere terminata. Anzi: L’Aquila è ancora una città “semimorta”, una novella Pompei puntellata. E che di fronte all’Auditorium si divide: c’è chi vede in quest’opera (di appena 238 posti e ritenuta provvisoria dallo stesso Piano) uno spreco e uno sfizio, e c’è invece chi vede lo “Stradivari trentino” come il segno di speranza, la vita che riprende, la prima grande opera della ricostruzione possibile.

(p.m.)













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