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Tuffi da pedana di 15 metri La denuncia dei «bagnini»

Il servizio Spiagge sicure l’ha scoperta e segnalata a vigili e Comunità di valle. Ragazzino di 11 anni si ferisce cadendo da corda appesa a un ramo



LEVICO. Una pedana per i tuffi “improvvisata” a 15 metri di altezza. Posizionata tra le rocce e gli alberi su una parete a picco sul lago di Levico. Un serio pericolo per i ragazzini che ci si arrampicano per poi buttarsi in acqua, rischiando conseguenze anche molto gravi per la loro incolumità.

A scoprirla, nei giorni scorsi, gli assistenti ai bagnanti del servizio Spiagge sicure operativo sui laghi della Valsugana e di Pinè. Il coordinatore Marco Salvo l’ha segnalata alla polizia locale, perché sia smantellata, e alla Comunità di valle Alta Valsugana e Bersntol, per competenza.

Installazioni analoghe sono una minaccia per la sicurezza dei bagnanti che si riscontra di frequente assieme alle funi appese a grossi rami d’albero sulle rive dei laghi. Una di queste è stata la concausa di un incidente avvenuto proprio ieri sempre al lago di Levico, attorno alle 12.30: un ragazzino olandese di 11 anni è caduto al suolo mentre cercava di tuffarsi, ferendosi al ginocchio.

È accaduto all’“ex ghiacciaia”, nei pressi del campeggio. Il ragazzino è finito sulla battigia, in un punto dove vi sono radici affioranti, forse dopo avere calcolato male la spinta da darsi o il momento in cui staccarsi dalla corda. «In questa occasione è andata bene - commenta Salvo - ma non dimentichiamo che il 90% dei traumi alla colonna si verificano in conseguenza di tuffi in piscina o da piattaforme abusive». (l.m.)













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