«Trento non applichi il decreto sicurezza»  

Oltre 100 persone al presidio antirazzista. L’assessore Bungaro: «Qualche passo va fatto»



TRENTO. Continua a far discutere il “decreto sicurezza” e, molto probabilmente, continuerà a farlo. Definendola “legge dell’esclusione sociale”, è scesa in strada ieri l’Assemblea Antirazzista di Trento, con un presidio in via Belenzani, durante la sessione del consiglio comunale per chiedere una presa di posizione da parte di Sindaco e Comune.

La richiesta è quella di non applicare la legge sul territorio comunale, garantendo ai richiedenti asilo, così come a tutte le persone presenti sul territorio di Trento, la possibilità dell’iscrizione anagrafica. Un diritto negato dal decreto sicurezza e già entrato in vigore negli uffici comunali, a cui alcuni sindaci, come Orlando (Palermo) e De Magistris (Napoli) si sono opposti: un’azione di “resistenza” chiesta a gran voce anche per quanto riguarda la nostra città dall’Assemblea Antirazzista di Trento.

Più di un centinaio di persone, quindi, si sono riunite nel centro di Trento, per rivendicare un diritto sancito dalla costituzione che il nuovo decreto legge ha messo al centro di un dibattito non solo politico ma anche giuridico.

«Questo presidio vuole essere un esortazione per il Comune di Trento perché non applichi il decreto Salvini – ha spiegato Stefano Bleggi - la mobilitazione, il numero di persone e la loro composizione ampia di questo presidio rappresentano una richiesta che arriva dal basso, alle istituzioni, a tutto il Comune di Trento ed in particolare al sindaco e alla giunta. Ci sono le possibilità di non applicare questo decreto, come visto a Palermo e Napoli, ma anche altre opzioni individuate dai giuristi: si potrebbe creare temporaneamente un albo per l’iscrizione anagrafica ad hoc per i richiedenti asilo. Insomma si possono trovare delle soluzioni, ma farlo è una scelta politica, non basta semplicemente essere contrari a parole e definirlo sbagliato, bisogna agire». Evidente, quindi, il riferimento alle parole del sindaco Andreatta, che aveva detto di ritenere ingiusto il decreto, ma che fosse tenuto a rispettarlo in quanto legge.

Tra i presenti anche il consigliere circoscrizionale del Centro Storico Jacopo Zannini, che ha sottolineato come questo appello al Sindaco fosse già stato fatto, da lui stesso, il giorno successivo al “dietrofront” imposto a Palermo dal sindaco Orlando. «Io parlo della mia posizione personale – ha commentato l’assessore comunale Corrado Bungaro a margine del presidio, prima di entrare a Palazzo Thun- secondo me qualche passo si dovrebbe fare. La mia posizione, che ho espresso in giunta, non è tanto quella della disobbedienza, che non è una mia posizione personale ma che dovrebbe essere condivisa dal sindaco e dalla giunta, ma comunque di un ragionamento forte e concreto che vada nella direzione della dignità delle persone e degli esseri umani. Ci stiamo confrontando e prossimamente faremo sapere le azioni che metteremo in campo». Per eventuali sviluppi sul tema, quindi, si dovrà ancora attendere. (l.d.d.)













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