I COSTI DELLA POLITICA

Trento, gettone dimezzatoa 17 consiglieri assenteisti

È scattato 25 volte nel 2009 in Comune il taglio del gettone (60 euro anziché 120) ai consiglieri rimasti in aula meno di metà seduta, mini-segnale per ridurre le spese della politica: 17 i consiglieri cui è stato ridotto il compenso. Ieri il presidente Pegoretti ha presentato l’attività dei primi 7 mesi del nuovo consiglio.


Chiara Bert


TRENTO. È scattato 25 volte nel 2009 in Comune il taglio del gettone (60 euro anziché 120) ai consiglieri rimasti in aula meno di metà seduta, mini-segnale per ridurre le spese della politica: 17 i consiglieri cui è stato ridotto il compenso. Ieri il presidente Pegoretti ha presentato l’attività dei primi 7 mesi del nuovo consiglio.
 È stato un anno breve a palazzo Thun: dopo le elezioni il nuovo consiglio si è insediato il 21 maggio ma è diventato pienamente operativo solo a luglio e si è rifermato ad agosto per la pausa estiva. Ciò nonostante - hanno sottolineato Renato Pegoretti e il vicepresidente Antonio Coradello - l’attività è stata intensa: 34 sedute (nel 2008, in 12 mesi, erano state 56), 63 delibere approvate, 27 ordini del giorno, 53 interrogazioni discusse, 103 quelle a cui è stata data risposta scritta, 31 domande di attualità. Sono state 99 le sedute delle commissioni, con l’urbanistica riunita ben 17 volte, seguita dalla commissione ambiente con 16.
 Buona la presenza in aula, con 14 consiglieri presenti a tutte le 34 sedute e 14 mancati a una sola adunanza. All’ultimo posto nelle presenze si piazza Mariachiara Franzoia (Pd), giustificata però dal fatto che quest’anno è diventata mamma.
 È stato un semestre di temi «pesanti»: i rifiuti, con il bando per l’inceneritore e un dibattito durato oltre 9 ore; la mobilità, con il progetto di raddoppio della ferrovia e l’affidamento del servizio di trasporto pubblico a Trentino Trasporti; la sicurezza, discussione sollecitata da diversi ordini del giorno e interrogazioni che hanno affrontato argomenti diversi, dalla prostituzione alla manifestazione degli anarchici; il piano turistico, approvato dopo lo stop della scorsa primavera; infine, a dicembre, il bilancio, che avrà il suo epilogo da oggi con la discussione degli ordini del giorno collegati alla manovra.
 E proprio gli ordini del giorno sono stati definiti da Pegoretti «punto dolente» dell’attività d’aula: 134 mozioni presentate da maggio ad oggi, 95 delle quali ancora da trattare. «Per i consiglieri gli ordini del giorno sono lo strumento principe - osserva il presidente - non è possibile dover aspettare a volte sei mesi per discuterli. Dovremmo trovare un metodo di lavoro, magari prevedendo sedute specifiche».
 Accenno più sfumato invece alla riforma del regolamento d’aula, oggetto di dibattito e polemica tra gli schieramenti nelle ultime due legislature. «Qualche aggiornamento è necessario, anche allo statuto - ha detto Pegoretti - ma senza stravolgere le modalità democratiche di confronto, che devono dare a tutti la possibilità di esprimere la propria visione di città». Per il presidente il confronto in questi primi mesi di legislatura è stato «a volte aspro, ma sempre costruttivo e su alcuni temi ha portato a momenti di sintesi». Parole condivise dal vicepresidente Coradello (Pdl) e da Bruna Giuliani (Lega), segretario questore, per la quale «il buon clima che si è creato ci fa lavorare tanto e bene».
 Prossimo test già oggi, con la prima seduta del consiglio che dopo la pausa natalizia dovrà occuparsi dei 55 ordini del giorno collegati al bilancio. Renato Tomasi (Upt), presidente della commissione trasparenza, ha ricordato che a breve si dovrà anche decidere sulle nuove modalità di trasmissione delle sedute del consiglio sulle tv locali, scegliendo tra il canale principale e quelli tematici. Per Clemente Pedrotti (Pd) «è importante che il consiglio comunale continui a fare da pungolo alla Provincia perché Trento abbia l’attenzione che merita».













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