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Stop alle pagelle ai docenti, «non ci sono le condizioni»

Previste dal governo per i prof più meritevoli, in Trentino non sono partite Pasini, presidente Anp: «La mediazione fra Provincia e sindacati rallenta»


di Francesca Quattromani


TRENTO. La valorizzazione del merito degli insegnanti in Trentino non parte. La Provincia prende tempo. Prevista dalla Buona scuola del governo, in vigore già da due anni a livello nazionale, in provincia è normata, gode del necessario stanziamento economico, eppure nessun istituto scolastico la può avviare. Allo stato attuale mancano ancora indicazioni precise e la quantificazione del fondo assegnato ad ogni istituto. A livello nazionale, mediamente, si parla di un fondo di circa 25 mila euro a scuola, 25 mila euro come risorsa per valorizzare il merito di alcuni insegnanti meritevoli. Vi sono diversità in legge, a livello locale, tali per cui in Trentino sono stati individuati gli ambiti di valorizazzione del merito in coerenza con gli obiettivi del sistema scolastico provinciale.

«Un bonus che non può essere per tutti» appunta Alessandra Pasini, presidente dell'associazione nazionale presidi per il Trentino. Un bonus che per i sindacati dovrebbe essere esteso e che per la Provincia rappresenta un nodo spinoso. «La sensazione è che la mediazione fra Provincia e sindacati porti a un ritardo o alla mancata applicazione di quanto previsto in legge».

All'inizio di settembre il presidente Rossi aveva annunciato che la norma sarebbe partita con tutte le attenzioni, dalla mediazione sindacale alle valutazioni da parte del collegio docenti. «Avremmo preferito una partenza completa del sistema - dice Pasini- E' ora di valorizzare i docenti per far cresce la scuola provinciale». Quando si affronta il tema, la presidente mette subito le mani avanti, per non alimentare una confusione che è piuttosto generalizzata, riguardo a che cosa effettivamente sia la valorizzazione del merito degli insegnanti. Non si parla, nella Buona scuola, di valutazione dell'insegnante, ma appunto di riconoscimento.

Un bonus, non un controllo, che premia le proposte didattiche innovative, quell'in più che gli insegnanti danno alla scuola per alimentarne la crescita continua. «Un premio, anche economico, alla capacità del docente di arricchire la scuola» precisa ancora Pasini. Il tema è stato affrontato martedì dallo stesso presidente Ugo Rossi con i sindacati, le tre sigle più Gilda.

«Abbiamo chiesto di portare questa introduzione in seno alla contrattazione - precisa Cinzia Mazzacca della Cgil Scuola -Il presidente ha assicurato la piena disponibilità in tal senso. Ha quindi precisato che la valorizzazione del merito non è obbligatoria, ma facoltativa. Una sperimentazione su temi deliberati dal collegio docenti». Ed è proprio questo uno dei punti che all' Anp non piace. «Si tratta di una mediazione con i sindacati - spiega Pasini - Non è una sperimentazione, ma una norma già prevista dalla legge che indica chiaramente i passi da fare per applicarla e dove non è coinvolta nè la contrattazione nè la mediazione del collegio».

Sul fronte contrattuale, intanto, la Provincia accelera sull'estensione del rinnovo della parte economica per i docenti. Sarà avviata la trattativa all' Apran con le previsioni di spesa per l'aumento dello stipendio degli insegnanti, in modo da permettere ai docenti di avere già l'aumento del contratto nello stipendio di gennaio. «Il precedente, per il personale che ha già ottenuto l'aumento, è di circa 80 euro lordi al mese» nota la sindacalista.













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