Statua perde la testa a Palazzo Sardagna nei lavori stradali

Danneggiato un «telamone» che sorregge il balcone. Di fronte c’è un cantiere del Comune: «Ripareremo tutto»


di Luca Marognoli


TRENTO. È saltata una testa importante al Rettorato. I vertici dell’ateneo però stiano pure tranquilli: la testa in questione è di pietra ed è caduta dalla facciata di Palazzo Sardagna, in via Calepina, uno dei capolavori del manierismo e del primo barocco trentino. Da poche settimane è la nuova sede del Rettorato e lo è stata a lungo del Museo tridentino di scienze naturali. Il capo lapideo appartiene ad uno dei due “telamoni”, le statue che riproducono figure maschili usate come sostegno di trabeazioni, nel caso specifico del balcone sovrastante. L’opera risale al Settecento, quando «questi volti barbuti iniziano a comparire in un gran numero di interventi architettonici sulle facciate di molti palazzi cittadini e della collina sulle architrave (come a Villa de Mersi, a Palazzo Malfatti, Palazzo Trautmannsdorf o nel palazzo di via Oss Mazzurana)», recita una scheda del Rettorato.

Sull’illustre “decapitazione”, però, è giallo. Nella via, proprio davanti all’antico portale, sono in corso lavori di sistemazione della pavimentazione, commissionati dal Comune ad un’impresa. «A noi è arrivata una chiamata dal tecnico del Comune che segue il cantiere», spiegano alla Soprintendenza dei Beni architettonici, in Provincia. «Si tratta di un pezzo di notevole valore e adesso partirà un'istruttoria. Si dovranno affrontare due operazioni: la programmazione del restauro e l'accertamento delle cause che hanno portato al distacco. La cosa importante è che l'elemento lapideo non è danneggiato: la ditta ce l’ha mostrato ed è rimasto intero. Una circostanza fortunata perché è caduto sulla terra (la pavimentazione precedente è già stata rimossa e l’impatto è stato “morbido”, ndr), nonostante il volo di un paio di metri». La rimessa in pristino verrà eseguita dal Comune, conferma l’assessore ai lavori pubblici Italo Gilmozzi. Mentre Giorgio Bailoni, dirigente del Servizio gestione strade, scagiona la ditta esecutrice: «Non credo che abbia delle responsabilità», afferma. «Possiamo ipotizzare, infatti, che la caduta sia avvenuta a seguito delle vibrazioni o in maniera autonoma, perché era già stata incollata in passato. Abbiamo contattato la Soprintendenza e ci incaricheremo di rimetterla al suo posto».













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