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Sft, la visita del sindaco di Trento Franco Ianeselli fra agricoltura e impegno sociale

Il nuovo impegno è verso la coltivazione di 56 ettari di terreno agricolo della Fondazione Crosina Sartori Cloch


di Carlo Bridi


TRENTO. Proseguendo nelle sue visite istituzionali finalizzate alla conoscenza delle principali realtà agricole del Comune, il sindaco di Trento Franco Ianeselli si è incontrato con il presidente di Sft Riccardo Forti e il direttore Massimiliano Govoni. Un incontro utile che ha permesso al sindaco di approfondire la tematica di un comparto molto importante per l’agricoltura della città, non dimenticando che Trento è il comune con la maggiore superficie agricola del Trentino.

“Ho visitato Sft e ho avuto il piacere di ascoltare il racconto sulla gestione di centinaia di migliaia di quintali di mele di più di 30 varietà, di macchinari e metodi di conservazione, di investimento sul biologico ma anche della costante attenzione della società ad una crescita e un miglioramento continui”, ha affermato Ianeselli.

Una delle novità più interessanti è l’impegno di Sft nell’integrazione sociale come accade con l’associazione temporanea di imprese realizzate per la coltivazione dei 56 ettari di terreni agricoli di proprietà della Fondazione Crosina Sartori Cloch, un progetto che si basa sulla mutualità cooperativa, sull’ambiente, la solidarietà, l’inclusione sociale e le tipicità.

E’ emersa anche l’importanza di una maggiore valorizzazione dei prodotti agricoli dei contadini del Comune sulla città. I famosi prodotti a km zero possono avere uno sviluppo molto importante che vada ben oltre i mercati contadini del mercoledì e del sabato in città, purchè si creino una serie di opportunità da avvicinare sempre più i prodotti di stagione agli oltre 100 mila abitanti della città.

Ma c’è un altro aspetto che preme molto a Ianeselli, il distretto dell’agricoltura biologica che può rappresentare una grande opportunità sia perché è un modello di agricoltura meno impattante che perché assicura prodotti senza l’uso della chimica di sintesi. Settore quello del biologico nel quale la Sft è antesignana perché è la più grossa cooperativa frutticola trentina per produzione di mele biologiche che da quest’anno hanno trovato sinergie utili con Biosudtirol, ma che in futuro potrebbero trovare una loro via autonoma con un forte marchio di riconoscimento tutto trentino, afferma il presidente della Sft.

"Ma questo –  ha precisato Forti –  deve far parte di un progetto che vede un’unità strategica delle mele extra Val di Non che affianchi Melinda all’interno di Apot, che può svolgere un importante ruolo di raccordo. Un progetto del genere sarebbe importante per l’intera frutticoltura trentina”.

Da parte sua il direttore Govoni, ha presentato al sindaco la grande sala di lavorazione delle mele. “Una sala – ha precisato – dove sono state applicate tutte le tecnologie più avanzate di selezione e pakeging delle mele al fine di assicurare la massima omogeneità ed uniformità. Per fare questo esiste una linea di lavorazione che seleziona in ben 36 classi diverse le mele che passano velocemente sui nastri”.













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