volontariato

Sezioni della Sat al bivio: diventare Aps oppure no

Obbligate dalla nuova normativa del Terzo Settore. Se n'è parlato in un'assemblea straordinaria


Gigi Zoppello


TRENTO. Come diceva qualche vigile del fuoco, c’è «quella grandissima rottura del runts». Dove runts significa «registro unico del terzo settore», al quale bisogna decidere se aderire o meno. E così anche per la più grande associazione della provincia, la Sat.

Il sodalizio ne ha parlato il 19 novembre scorso in una assemblea straordinaria, finalizzata all’approvazione del nuovo statuto dell’associazione per adeguarlo al vigente codice del Terzo settore.

«In ottemperanza a tale normativa è previsto il processo di “trasmigrazione” dell’associazione nel registro unico nazionale del terzo settore (runts), che consentirà a sat centrale (d’ora in avanti sat aps) di mantenere lo stato di associazione di promozione sociale (aps), una qualifica che risulta di primaria importanza per poter fruire dei vantaggi normativi - a partire da quelli fiscali - riservati a queste tipologie di associazioni».

A fronte dell’adeguamento dello statuto della sat centrale, però, le sezioni dovranno scegliere la propria collocazione associativa.

Due le opzioni organizzative: rimanere sezione interna di Sat Aps, essenzialmente con le caratteristiche già attualmente in essere, oppure costituirsi a propria volta Aps, assumendo quindi personalità giuridica autonoma, e diventare poi socia di Sat aps.

«Nel primo caso - dice il sodalizio - la gestione delle attività sezionali proseguirebbe sostanzialmente con le stesse caratteristiche gestionali ed organizzative attuali, sulla base di una delega esplicita di sat aps che consentirebbe alla sezione di poter operare sul patrimonio mobiliare ad essa affidato, ricomprendendo il bilancio della sezione all’interno del bilancio centrale.

Nel secondo caso la sezione si costituirebbe Aps autonoma e diventerebbe socia adottando lo schema di statuto proposto da sat aps. La sezione aps, nel rispetto delle norme così sottoscritte, avrebbe in questo caso completa libertà e responsabilità nelle proprie scelte economiche e non, diventando proprietaria dei beni mobili e potendo acquisire anche beni immobili, nonché accedere autonomamente - a sua volta - ai benefici previsti dalla normativa per le aps, ma di converso, la sezione «autonoma» dalla centrale, si assumerebbe direttamente a proprio carico tutti gli adempimenti - fiscali e non - previsti dalla normativa del terzo settore.

 













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