Trento

«Referendum, vi spiego il mio sì»: la campagna «porta a porta» del pensionato

Stefano Ricci, ex Pci e Cgil, ha stampato 1500 copie di una sua lettera e l’ha portata nelle case dei suoi compaesani di Povo: «Per riportare serenità al confronto»


di Chiara Bert


TRENTO. «Scusa se entro non invitato a casa tua, ma il motivo che mi spinge a farlo è per me molto importante e spero non ti dispiaccia. Non sono un politico di professione, anche se ho cominciato ad interessarmi di politica fin da studente. Non sono un giurista, né tantomeno un costituzionalista e non ho alcun titolo per “dare lezioni”, né intendo farlo. Sono soltanto un cittadino preoccupato per il futuro del nostro Paese e per l’esito che può scaturire dal referendum costituzionale del prossimo autunno». Pensionato dell’Inps, 66 anni, iscritto al Pci nel ’73, cigiellino, oggi Pd. Stefano Ricci ha stampato su fogli A4 1500 copie di una lettera scritta di suo pugno per i suoi concittadini di Povo, dove spiega le ragioni della sua scelta di votare sì al referendum che a fine novembre deciderà le sorti della riforma Boschi.

E uno ad uno quei 1500 fogli li ha portati nelle bussole delle case. Campagna porta a porta, come si usava un tempo, per questo raccontiamo la sua storia. Sicuramente passione politica: «Non ho davvero nessun altro interesse a farlo», spiega. «Ho pensato a quest'iniziativa perché vedevo crescere un confronto spesso urlato, con argomenti pretestuosi e poco attento al merito della riforma. Ho pensato che un approccio "da cittadino a cittadino", senza strumentalizzazioni politiche o ideologiche, fosse utile per riportare il confronto su una base di serietà e serenità».

E così Ricci ha deciso di provare a spiegare le ragioni del sì, con parole semplici: cos’è il bicameralismo paritario che con la riforma viene superato, come cambia il Senato e con quali risparmi, l’addio alle competenze concorrenti tra Stato e Regioni, i contrappesi a garanzia delle minoranze, la novità del referendum propositivo, l’abolizione del Cnel, il tetto alle indennità dei consiglieri regionali. «Non sarà forse una risposta definitiva, ma certamente un decisivo passo in avanti verso la modernizzazione delle istituzioni», scrive Ricci nella sua lettera. «Col prevalere del no tutto rimarrebbe così com’è probabilmente per molto tempo ancora», insiste. «Si fermerebbe la stagione delle riforme che ci ha ridato prestigio a livello internazionale e saremmo più deboli nel rivendicare in Europa quel cambiamento necessario per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione».

I poeri pare abbiano apprezzato il gesto: «Ho avuto reazioni quasi tutte positive, tanti mi hanno ringraziato per la semplicità con cui mi sono sforzato di spiegare». Chi vincerà al referendum? «Tra quelli con cui ho parlato la maggioranza voterà sì, ma il mio non è davvero un test attendibile», mette le mani avanti il pensionato. «Il mio era soprattutto un invito ad approfondire, e mi sembra che sia andato a segno».

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