Quei nomi da onorare ancora in lista di attesa

Falcone e Borsellino, Madre Teresa di Calcutta, Aldo Moro: proposte “congelate” Tempi più rapidi per l’intitolazione di strade a Enzo Tortora ed Alexander Langer


di Silvia Siano


TRENTO. Madre Teresa di Calcutta, i magistrati Falcone e Borsellino, Aldo Moro: ecco alcuni nomi che aspettano di essere collocati all’interno della toponomastica cittadina. L’elenco conservato all’ufficio comunale, competente a raccogliere e catalogare le proposte, è nutrito: ci sono nomi che da anni, attendono di essere associati ad una strada, ad una piazza o ad un parco e molti di loro difficilmente “vedranno la luce”. «Non esiste un ordine di priorità - spiega il dirigente del servizio Paolo Andraghetti - noi abbiamo il compito di raccogliere le segnalazioni, di sottoporle alla commissione trasparenza, che dà un parere di ammissibilità o meno all’intitolazione. Ma si tratta di una raccolta di proposte, che non necessariamente verranno scelte». E così c’è Aldo Moro che aspetta dal 2008, proposto dall’allora commissario di Governo, Mario Pannunzio (uno dei fondatori del Partito liberale), Michelangelo Perghem Gelmi (pittore) segnalato dai familiari e Girolamo Romanino (pittore della metà del Cinquecento). Piedicastello, anni fa, aveva chiesto di intitolare una strada al parroco del quartiere don Luigi Moresco e al medico Giuseppe Scoz nato nel rione ai primi del Novecento. Ma la richiesta ad oggi non è ancora stata evasa.

«Non esiste alcun obbligo di accogliere le richieste - precisa Andraghetti - almeno fino a quando la materia non verrà normata, attraverso un regolamento della cui opportunità si sta ragionando proprio in questi giorni». Diverso il discorso per quei nomi che sono stati autorizzati dal Consiglio comunale. Nel 2007 ha deciso di intitolare una strada a Carlo Firmian, governatore della Lombardia austriaca, nel 2011 ad Andreas Hofer, patriota tirolese, nel 2010 a Solgenitsin, premio Nobel per la letteratura nel 1970. Nella “short list” dei nomi che prima o poi sicuramente avranno una strada tutta loro, ci sono anche Alexander Langer (delibera del 1997), Enzo Tortora (delibera del 2007) e tre pacifisti slavi trucidati durante la guerra jugoslava nel 1993. «Tra i proponenti ci sono di solito consiglieri comunali o associazioni - prosegue il dirigente - ma nulla vieta che anche i cittadini facciano le loro proposte».

Oggetto di ordine del giorno è stata la richiesta di intitolazione a Bernardo Bagolini (uno dei padri fondatori dell’archeologia trentina), Pietro Bernardelli (avvocato), Bruno Beffa (educatore), Bruno Kessler. Grandi assenti o quasi, le donne. Due sole le segnalazioni: una per intitolare una via a Ernesta Bittanti, insegnante, antifascista e moglie dell’irredentista Cesare Battisti. L’altra è per la storica Bice Rizzi, che difficilmente potrà essere evasa, per evitare il rischio di omonimia con don Arcangelo Rizzi. «Per ricordare questa donna - dice Andraghetti - bisognerà pensare a qualcos’altro, una targa magari o l’intitolazione di un palazzo. Due sono le regole per l’assegnazione delle strade: evitare le omonimie e tenere conto del contesto territoriale». Quindi la richiesta della Croce rossa italiana di avere una strada a proprio nome, potrà essere esaudita, quando verrà realizzata la viabilità interna al nuovo ospedale. Mentre le domande per intitolare strade ai Caduti di Russia e ai Caduti senza croce difficilmente troveranno seguito. «Dal 2001 - conclude il dirigente - l’orientamento è evitare l’intitolazione ai caduti, per i ricordare i quali, è stato realizzato il monumento della Portela».

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