TRENTO

Piazza Dante blindata dai reparti mobili

Dopo le risse a bottigliate il sindaco chiede aiuto al questore e al prefetto: «Non tolleriamo questa violenza, non posso fronteggiarla con i vigili»



TRENTO. Militarizzata, blindata. Presidiata da ieri (sino a quando non si sa ma per settimane, se non mesi), dai reparti antisommossa di polizia e carabinieri.

Una sconfitta? Si vedrà. Per ora in piazza Dante fanno un passo indietro la politica e due passi a ritroso l’arredo urbano, i mercatini, il caffè: in una parola il tentativo di restituire alla città un pezzo importante del suo tessuto. Dopo le risse, il faccia a faccia tra bande di africani e gli inseguimenti per il controllo dello spaccio, ieri mattina il sindaco Alessandro Andreatta ha preso il telefono e ha chiamato sia il Questore D’Ambrosio che il Commissario del Governo Gioffrè: «Una situazione del genere è intollerabile, non la posso accettare. Davanti a gente che si fronteggia strappando da terra i cestini dei rifiuti e roteando catene di ferro non è che ci posso mettere contro tre nostri vigili urbani. Mi hanno dato atto di questo e d’ora in avanti piazza Dante sarà controllata dal reparto celere della polizia di Padova e dal battaglione mobile dei carabinieri di Laives. Specialisti nell’antisommosa che si fronteggeranno a professionisti dello spaccio» nota Andreatta.

L’opposizione insorge (e come spieghiamo a parte) anche dalla maggioranza il Patt fa la voce grossa, minacciando addirittura di abbandonare il centrosinistra se non ci dovessero essere immediate contromosse.

Il capogruppo autonomista Alberto Pattini invoca il Daspo: «Ci stiamo lavorando. E’ vero che nei poteri del sindaco c’è quello di allontanare dalla città chi commette dei reati, ma è anche vero che è un provvedimento che può essere preso solo in certe zone, ben specificate. E su questo - osserva ancora il sindaco - non siamo ancora pronti: occorre cambiare il regolamento di polizia urbana e questo lo potremo fare solo a settembre. Non prima. Per ora dobbiamo assicurare risposte forti che, da soli, non saremmo in grado di dare».

Che all’inizio dell’estate le bande di spacciatori passino alle vie di fatto non è una novità assoluta. Anzi le cronache degli anni passati riportano, di questa stagione, pestaggi e rese dei conti. Perchè? Chi studia il mondo dello spaccio nota che, durante l’estate, con il calo della popolazione stanziale e non, ci sia anche minor richiesta di stupefacenti. Non sarà bellissimo da dire ma pare proprio sia così. E dunque chi spaccia ridefinisce confini e regole del mercato. Con i mezzi che fanno parte di questo ambiente, la violenza.

«Di certo qui non c’entrano temi come l’accoglienza o la politica sull’immigrazione. Questo è un tema che è strettamente legato all’ordine pubblico e che con la sola polizia municipale noi non possiamo combattere. Io certo non posso accettare questo genere di dinamiche delinquenziali. Sono pratiche pericolose non solo per chi vi è coinvolto ma anche per i cittadini. Ora questi atti criminali - chiude Andreatta - verranno affrontati da chi sa come intervenire, ovvero con in campo forze addestrate ed attrezzate a questo scopo particolare».

Sul fronte della cronaca anche ieri è stata registrata un'aggressione poco lontano dal parco, nella zona di Santa Maria Maggiore con uno straniero soccorso dall'ambulanza attorno elle 20.

Le sue condizioni sono meno gravi di quelle del nigeriano 26enne che è stato portato all'ospedale giovedì sera dopo esser stato colpito a calci e pugni da alcuni nordafricani. Un'aggressione sulla quale sta cercando di fare chiarezza la polizia che - sempre giovedì - ha inseguito e raggiunto il gruppo di magrebini (una ventina) sulle rive dell'Adige, all'altezza di ponte San Lorenzo. Un fatto violento che viene letto come risposta a quello che era successo poche ore prima. La mattina, infatti, era stato un magrebino ad essere stato assalito da altri africani.

E quando sulla statua di Dante cala il buio la piazza non riesce a trovare pace. Di sicuro non potrà essere presidiata in questa forma militare per sempre. E c’è chi torna a tirare in ballo l’ipotesi di chiuderla con recinzioni e cancellate. Ma quel punto, forse, la piazza sarebbe persa per sempre. Diventando altro. E la sconfitta diverrebbe totale.

(g.t.)













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