«Per le Dolomiti si potrebbe applicare il modello Garda» 

Mobilità sui passi. Il mobility manager Andreatta tiene lezione ai ragazzi di Giurisprudenza: «Belluno non ha leggi per fermare le auto, ma sul lago c’è il precedente di un patto tra Regioni»


Andrea Selva


Trento. «Il modello legislativo usato dalle Regioni sul lago di Garda potrebbe essere applicato per la mobilità sui passi dolomitici». Lo ha spiegato ieri agli studenti di giurisprudenza il mobility manager della Provincia, Roberto Andreatta, intervenuto all’università per una lezione su diritto e trasporti. «Le sperimentazioni condotte dalle province di Trento e Bolzano sul passo Sella si basavano su una norma di attuazione che consente alle due province autonome di limitare il traffico in particolari situazioni ambientali, ma Belluno (e il Veneto) non ha una norma come questa e quindi se si vogliono ipotizzare misure più ampie, che coinvolgano ad esempio il passo Pordoi, a cavallo fra Trentino e Veneto, bisogna che ci sia un intervento normativo».

L’accordo a tre sul Garda

Ma un accordo del genere in realtà è già stato stretto in passato, quando Lombardia, Veneto e Trentino hanno approvato leggi uguali per regolamentare l’uso del lago di Garda in modo da garantire la sicurezza di chi pratica gli sport della vela, consentendo nel contempo anche la navigazione: «Un accordo interregionale - ha spiegato Andreatta agli studenti - che potrebbe essere preso ad esempio per superare i problemi normativi che attualmente impediscono un accordo con il Veneto sui passi. Questo naturalmente se ci sarà la volontà politica di andare in questa direzione». Intanto però la possibilità di un accordo a tre (Alto Adige, Veneto e Trentino) è stata inserita in un conchiuso della giunta provinciale che (escludendo limitazioni alla mobilità per quest’anno) prevede per le prossime stagioni un accordo più ampio rispetto al Trentino Alto Adige, con la possibilità quindi di estendere eventuali interventi sulla mobilità al di là del singolo passo Sella.

Le resistenze del Veneto

Ma al di là dei limiti normativi (superabili) il governo della Regione Veneto non ha mai dimostrato particolare entusiasmo per le limitazioni del traffico. Secondo l’assessore al turismo Federico Caner “prima di arrivare a limitazioni del traffico bisogna garantire la possibilità ai turisti di muoversi in maniera alternativa, ad esempio con gli impianti a fune”. E il riferimento di Caner è agli investimenti per 64 milioni di euro (per metà privati) annunciati dalla giunta regionale veneta per collegare le aree sciistiche di Cortina-Falzarego con Alleghe e con Arabba (e quindi con il Sella Ronda). Un progetto che in Veneto è stato battezzato “Dolomiti no car” e che vede il sostegno dell’imprenditore degli impianti a fune Mario Vascellari, titolare anche delle funivie che da Malga Ciapela salgono a Punta Rocca, sulla Marmolada.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Scuola & Ricerca

In primo piano