Orso in fuga, Masè paga per tutti: «Rimetto il mandato a Fugatti» 

La resa dei conti. Il dirigente generale si dimette (ma in realtà resta in Provincia) e ora la palla passa alla giunta I forestali trentini restano senza guida nel momento peggiore, con due orsi da catturare e gli occhi del mondo addosso


Andrea Selva


Trento. Troppo clamore, troppo imbarazzo, sulla vicenda dell’orso m49 evaso due volte serviva un colpevole da esibire all’opinione pubblica e il dirigente del servizio foreste e fauna, Romano masè, si è messo (non si sa quanto volontariamente e quanto su pressione della giunta provinciale) a disposizione: «ho rimesso nelle mani del governatore fugatti il mio incarico di dirigente generale del dipartimento agricoltura foreste difesa del suolo e di comandante del corpo forestale provinciale». Maurizio fugatti gli ha reso onore, ringraziandolo: «è sicuramente una scelta difficile - ha commentato il presidente - che va anzitutto rispettata, perché l'impegno e la dedizione di un professionista qual è il dottor masè, merita rispetto accanto al ringraziamento per quanto fatto. ma è anche, vorrei aggiungere, una scelta che va apprezzata perché denota un profondo senso di lealtà nei confronti delle istituzioni». va ricordato che fugatti (ieri particolarmente nervoso) sul tema dell’orso, quand’era all’opposizione, non aveva mai chiesto le dimissioni dei funzionari provinciali, ma era partito più volte all’attacco (con interrogazioni in consiglio provinciale e gazebo nelle piazze del trentino) direttamente del presidente (rossi) e dell’assessore (dallapiccola). comunque ora, nel silenzio dell’assessora competente Giulia zanotelli, toccherà a lui - e alla sua giunta, che sul tema potrebbe dividersi - decidere che fare della disponibilità di masé: confermarlo al suo posto? oppure (più probabilmente) sostituirlo con un altro dirigente? lo sapremo nelle prossime ore.

Dimissioni. Anzi no

La Provincia - nel suo comunicato ufficiale - ha parlato di “dimissioni”. Ma all’interno dell’amministrazione provinciale fanno notare che in realtà nessuno si è dimesso, tanto che Masé - comunque vada, nonostante l’accorata lettera di due pagine che pubblichiamo qui sotto integralmente - resterà un dirigente della Provincia a cui la giunta dovrà trovare qualcos’altro da fare. Lo ha chiarito il direttore generale dell’amministrazione provinciale, Paolo Nicoletti, che alle ore 11 di ieri mattina ha riunito in video conferenza i dirigenti generali della Provincia (colleghi di Masé) per spiegare loro la situazione. Pare che sia stata una sorta di rassicurazione collettiva di fronte a un fatto senza precedenti: lavorate tranquilli, non salterà nessuna testa. Nemmeno quella di Masè, per essere precisi, tanto che lo stesso Nicoletti ha spiegato che la Provincia “non intende privarsi delle preziose competenze di Romano”. Ma se Masé si occuperà d’altro a chi toccherà la patata bollente dell’orso? Sguardi preoccupati in video conferenza.

Le competenze di Masè

Per le competenze di Masè parla il suo curriculum: dottore (con lode) in scienze forestali, 59 anni, ha lavorato sempre (e solo) in Provincia dove più che di orsi si è occupato di caccia (è cacciatore) e foreste. Forse la Lega gli rimprovera un “difetto” che però nel curriculum vitae non c’è: accompagnava l’ex presidente Lorenzo Dellai sulle piste da sci e l’ex vicepresidente Alberto Pacher ad ascoltare il bramito del cervo. Lascia nel momento in cui - per dirla tutta - sarebbe stato meglio restare sul ponte della nave. Il suo posto è anche quello di comandante dei forestali trentini che in questo momento sono impegnati in una prova durissima e senza precedenti: devono dare la caccia a due orsi contemporaneamente (M49 e Jj4), in due parti diverse del Trentino, con gli occhi di tutto il mondo puntati addosso, perché anche la stampa estera si sta interessando degli orsi trentini che si fanno beffe della Provincia. Chi vorrà sostituirlo? Il giovane Giovanni Giovannini (43 anni) nominato da appena un anno alla guida del servizio foreste e fauna? Il dirigente dell’agricoltura Fabrizio Dagostin, ormai vicino alla pensione? Non è certo una poltrona ambita quella di responsabile degli orsi. Andatelo a chiedere all’ex dirigente del faunistico, Maurizio Zanin (ora alle foreste demaniali) che visse l’addio all’orso come una liberazione.













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