«Orsi famelici, estate da incubo»

I pastori Dalla Bona scendono dal Brenta provati dal continuo assedio


Graziano Riccadonna



BANALE. Anche i pastori Dalla Bona - finita l'estate - scendono a valle dal monte Valandro. E' un rientro che ha preceduto la festa di S.Michele, una «desmontada» affrettata dallo scoramento e dalla stanchezza.
Il motivo? L'orso - o meglio l'orsa, accompagnata da due o tre affamati orsetti - e le sue incessanti scorribande intorno alle malcapitate greggi di pecore. Proprio negli ultimi giorni di permanenza sul Brenta meridionale, si sono infatti moltiplicate le incursioni del famelico plantigrado, di conseguenza so stati giorni difficili, col bisogno di vegliare attentamente, giorno e notte, per evitare di contare troppe vittime.
"E' stata un'esperienza allucinante, con l'orso intorno alle pecore giorno e notte, come se fossimo assediati, e sempre all'erta per evitare gli attacchi al recinto protetto..." dicono i pastori Michele e Pietro Dalla Bona, appena discesi dalle praterie alte con il proprio gregge di un migliaio di pecore, e appena giunti verso Seo.
Gli ultimi pastori che scendono, originari della Val dei Mocheni, sono demoralizzati, dichiarano di voler rinunciare all'affitto dei pascoli per il prossimo anno.
"Vista la mala parata, non sappiamo se l'anno prossimo ce la sentiremo più di salire fin lassù, con l'orso alle porte del recinto....".
Veramente, il recinto delle greggi s'è dimostrato invalicabile perché elettrificato, come consigliano gli esperi. Ma ciò evidentemente non basta a mettere al riparo le malcapitate pecore.
"Succede che l'orso ormai ha imparato la lezione, e non va più dritto contro i fili, ma aggira l'ostacolo spaventando a morte le pecore, che a volte fuoriescono dall'ovile, andando senza saperlo a farsi sbranare..."
Pare appunto questa la nuova strategia offensiva dell'affamato orso in vista del letargo: spaventare le pecore nel recinto al punto da farle disperatamente scappare, per poi agguantare gli agnelli e farli a brani.
"Dal nostro gregge mancano all'appello varie bestie..." - afferma Michele - "l'orso le attende al varco e se stanno indietro la loro fine è segnata".
Anche negli ultimi giorni, l'orso stazionava regolarmente nelle praterie intorno alla vecchia malga del Valandro, tanto che nottetempo faceva incetta di vettovaglie frugando nelle immondizie e tra i resti dei pastori.
Una presenza ormai acquisita sul Brenta, questa dell'orso bruno che ama il territorio di tutto il parco. Situazione perfetta per cartoline e brochure turistiche, ma qualcosa più che inquietante per chi sta sui monti.

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