Nudi e montagna, 30 anni di polemiche

Dal depliant della Pro Loco di Comano, al manifesto di Manara fino alla famosa «ricarica naturale»: corsi e ricorsi storici


di Giorgio Dal Bosco


TRENTO. Esageriamo. Scomodiamo cioé Giambattista Vico e i suoi corsi e ricorsi storici. Ne vale la pena. Per sorridere (o riderci su, faccia il lettore) leggendo la polemica della foto postata su Facebock della donna ritratta di schiena per pubblicizzare i panorami mozzafiato che offrono i rifugi trentini. Insomma, queste polemiche non sono una novità. Cambiano le mode, ma in fatto di nudità femminili collegate alle meraviglie naturali del Trentino non è cambiato nulla. Siamo cioè alle solite: la cosiddetta «mercificazione del corpo femminile». Ripercorriamo brevemente i precedenti e le polemiche, talvolta, proprio sopra le righe.

Anno 1978. La Pro Loco di Comano inaugura una nuova moda e taglia i ponti con il passato e a maggio fa stampare “spregiudicatamente” un depliant con una donna a seno nudo che si cosparge di acqua “miracolosa”. Ma come?, ci si stupisce. La risposta dei responsabili delle Giudicarie è più o meno questa: “Basta con le trite e ritrite foto dei boschi, guglie, ruscelli e montagne innevate”. E tutto, pare, finisce lì.

Anno 1991. Lazzi e frizzi in piazza Dante perché la rivista Play Boy, nientemeno, presenta alcuni nostri castelli “sorvegliati” da meravigliose guardie femminili vestite con armature dalla potenziale capacità coprente pari a quella della classica foglia di fico. Apriti cielo! Mario Malossini (assessore al Turismo): “Vomitevole”. Ettore Zampiccoli (direttore Apt provinciale): “Non ne so nulla”. Gianni Zotta (fotografo, ma solo dei castelli e non delle donne nude): “Querelo chi ha fatto un uso non consentito delle foto”. La giornalista di Play Boy: “Tutto regolare, ho avuto il benestare da Trento”. Ne nasce uno dei più fulgidi esempi di scaricabarilismo.

Anno 1995. Qui non c’entrano le bellezze naturali, ma un bel servizio di costume sulla appetibilità del neonato reggiseno “Wonderbra”. Il mensile Trentino Mese mette in copertina un mezzo busto di splendida ragazza con questo tipo di reggiseno. Titolo dell’inchiesta: “Tu di che seno sei?” Un consigliere comunale di Trento presenta un’interrogazione in consiglio con cui censura Palazzo Thun che ha sottoscritto un abbonamento annuale di (ben) tre copie. Sic!

Anno 1997. Per lanciare il film Festival della montagna Milo Manara, il formidabile artista erotico nazionale, disegna un manifesto raffigurante una donna nuda che emerge da un lago alpino. Si apre l’eterna polemica della donna oggetto e dei moralismi vari, ma – stando ai si dice – il vero contenzioso è sotto traccia: una bega tra Comune di Trento e il Cai Nazionale, entrambi desiderosi di rilanciare il festival che starebbe languendo. Il manifesto sarà bocciato. Milo Manara dichiarerà: “Se vogliamo dire pane al pane e vino al vino, la questione verteva su un culo che mi è stato chiesto di coprire”.

Anno 2000. Ci risiamo. L’assessore al Turismo Marco Benedetti promuove una campagna pubblicitaria del Trentino con lo slogan “La tua ricarica naturale” ai piedi di un seno nudo femminile sulla cui foto, in filigrana, emergono montagne, boschi, laghi. Il presidente Lorenzo Dellai tuona: “Gli impegni sono stati presi, ma perdio!; basta così.” La presidente delle Pari Opportunità è sbalordita: “ …gravemente lesivo della dignità femminile e della stessa immagine della Provincia.”

P.S. qualche mese dopo questa pubblicità riceve un prestigioso premio nazionale perché azzecca il rapporto tra natura e benessere psicofisico. Sic transit polemica tridentina.













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