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Navarini, la festa per gli 85 anni 

Artista del rame, ha fondato un’azienda familiare e il Museo


di Gino Micheli


TRENTO. Ieri festa in casa di Pierino Navarini che ha compiuto 85 anni. E li porta bene il pioniere del rame che grazie al personale estro d’arte, alla capacità di creare, alla determinazione che l’ha sempre contraddistinto e al saper farsi voler bene dai clienti, dalle associazioni, dalle persone del sobborgo e non, per la sua squisita ospitalità in qualsiasi occasione anche da parte della moglie Albertina e dei figli Fiorenzo, Stefano e Marina. Famiglia giunta alla quarta generazione. L’azienda l’ha costituita il signor Pierino, con le sole proprie forze, 60 anni fa, nel 1958. È dunque il promotore della bottega artigiana di via Val Gola a Ravina, dopo il tirocinio trascorso in una fonderia alla Vela e nella bottega del rame dello zio Carlo in via Marchetti a Trento. Ha iniziato nella produzione con stampi di budino, fioriere ed altro, poi è passato ad oggetti personalizzati, su richiesta e su misura, per soddisfare il mercato italiano ma anche germanico e austriaco.

Da tempo, Pierino, ha coinvolto i figli e da qualche anno anche i nipoti. Ha iniziato, nel 1978, con il primogenito Fiorenzo, poi con Stefano, quindi le nuore Roberta e Claudia e la figlia Marina; il genero Danilo Valentinotti ha curato invece il lavoro di ricerca e sviluppo di un percorso culturale e artigianale legato al rame.

Dal 1990 l’azienda è diventata “Navarini Sas”. È leader nel settore e spazia in tutto il mondo. La gamma di oggetti realizzati è molto vasta e particolare per tutti, dalle pentole alle padelle, dall’arredo da tavolo ai contenitori di vino e spumante all’oggettistica più varia. Attualmente trova la sua massima espressione di richiesta nella cucina, fra pentole e tegami che per le sue specifiche proprietà termiche sono vendute in tutto il mondo Da diversi anni poi, a casa Navarini è aperto il Museo del Rame. Una raccolta eccezionale di mobili e oggettistica d’arredo ma in particolare è articolato su circa 3 mila manufatti in rame, dal 1500 al 1945, esposti lungo un percorso che ripercorre la storia del metallo rosso lavorato con ingegno artigianale da molti anni. Il museo è stato ricavato negli avvolti cinquecenteschi in pietra, un tempo erano stalle, sepolte dalla furia del rio Gola durante l’alluvione del 27 settembre 1942 che coinvolse gran parte del vecchio abitato di Ravina.

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