Mungitori, mestiere in crisi. E in soccorso arrivano gli indiani

Sparita la manodopera trentina ci si affida agli stranieri Perché dall’India? «Perché loro si affezionano alle vacche»


di Carlo Bridi


TRENTO. Gli addetti al settore zootecnico, ed in particolare quelli che si occupano dell’importante e delicato compito della mungitura cambiano pelle. «Un fenomeno presente in pianura padana, da molti anni ma che si diffuso anche da noi nelle stalle oltre i 70-80 capi», afferma il dirigente della Federazione Allevatori, Mario Tonina.

Ecco allora che gli allevatori in mancanza di manodopera locale disponibile a svolgere questo impegnativo lavoro si sono rivolti al mercato internazionale con il tam-tam fra allevatori. Puntando su indiani e pakistani. Ma, perché proprio di personale proveniente da quei paesi? La risposta è molto interessante: «Perché per la loro cultura vogliono particolarmente bene agli animali e quindi creano con loro un particolare rapporto».

Per capire questo fenomeno siamo andati a Covelo di Terlago, dove si trova la stalla dei fratelli Graziano e Remo Verones, una stalla di 200 capi dai quali 100 in lattazione, tutte vacche Pezzata nera con una produzione media molto alta, sfiora i 108 quintali a lattazione di un latte di alta qualità. Ebbene, l’azienda si avvale di due operai indiani zio e nipote.

Graziano 51 anni, è il più vecchio dei due fratelli ed è lui a spiegare per quali motivi l’azienda si sia rivolta a personale indiano per accudire la vostra stalla: «Il tam-tam fra allevatori - dice - ci ha fatto capire che erano le persone giuste per questo lavoro. Uno è con noi già da 11 anni e l’altro da 6, sono persone molto serie e affidabili specialmente lo zio che è in azienda dal 200»1.

Quali sono le mansioni che avete loro affidate? «La mungitura e la pulizia della stalla. Inoltre l’estate uno va in malga con i 60 capi in allevamento».

Singh Gurdip ha 57 anni ed è in Italia da 20, viene dallo Stato del Panyab, dove dopo aver frequentato le superiori ed il college fino a 19 anni, faceva il piccolo allevatore. Vive a Trento con moglie e tre figli ormai grandi due dei quali occupati uno in Federazione Allevatori e uno all’Astro. E’ in Trentino da 11 anni e prima era in Sicilia poi a Feltre. In Trentino si trova molto bene, ha comperato casa, ed è innamorato del proprio lavoro: «Noi indiani - spiega - vogliamo molto bene agli animali, alle vacche che mungiamo ci affezioniamo e quando vengono vendute per fine carriera non vogliamo mai essere presenti al momento in cui vengono caricate sul camion per essere trasportate al macello. Ricordo in Sicilia, quando a Natale il proprietario voleva ammazzare un capo per le feste io mi rattristavo moltissimo e non volevo, in quanto noi agli animali ci affezioniamo».

Il nipote Singn Gagandeep, 27 anni, scuola superiore e due anni di college fino ai 19 anni, è arrivato a Covelo nel 2006, anche lui aveva una piccola stalla in India, ma faceva la fame per questo è venuto volentieri in Italia. E’ tornato in India a gennaio e a febbraio si è sposato. Ora pensa di farsi la casa e portare anche la moglie in Trentino: «Il lavoro in stalla mi piace molto - confessa con entusiasmo - ma soffro molto per la lontananza dalla mia giovane moglie».

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