Licenziato fa una strage e si uccideEra rappresentante per il Trentino

Paolo Iacconi, 51 anni, di Sacile (Pordenone) ha ucciso due dirigenti della sua ex azienda in Toscana, la Gifas-Electric di Massarosa, cui era rappresentante per la zona del Trentino -Alto Adige, dove voleva aprire una succursale. Era in depressione



VIAREGGIO. E’ arrivato da Pordenone e, sorridendo, ha salutato gli ex colleghi della Gifas-Electric di Massarosa prima di entrare nella stanza del direttore generale dell’azienda, per cui lavorava fino a circa un anno fa, e sparare a lui e al responsabile delle vendite all’estero. Poi ha dato fuoco ad alcune carte che si trovavano nella stanza e si è chiuso in bagno dove si è sparato alla testa quando ha sentito le sirene di polizia e carabinieri.
Le vittime sono Luca Ceragioli e Jan Frederik Hillerm. Contro di loro ha rivolto la pistola, una calibro 7.65, Paolo Iacconi, 51 anni, di Sacile del Friuli (Pordenone). Ceragioli (48 anni) viveva a Viareggio con la moglie Laura e due figlie di 21 e 18 anni, Monica e Claudia, mentre Hillerm nato a Lubianca ma residente a Altopascio (Lucca), era diventato padre da soli 20 giorni. L’omicida è arrivato poco prima delle 16: per farsi ricevere dai dirigenti dell’azienda da cui era stato licenziato circa un anno fa - era il rappresentante per il Trentino Alto Adige -, avrebbe detto di voler stringere rapporti commerciali con la stessa Gifas (che produce materiale elettrico e occupa una cinquantina di persone) dopo aver aperto una sua attività in Friuli. Salito al primo piano, dove si trovano gli uffici della direzione e quelli commerciali, ha salutato gli ex colleghi presenti ed è entrato nell’ufficio di Ceragioli dove si trovava anche Hillerm. Con se aveva una borsa: dentro potrebbe avere avuto la pistola. La segretaria ha raccontato che era tranquillo e che, prima di chiudere la porta e lasciarli, ha portato nella stanza tre caffè. Passati pochi minuti le voci si sono alzate e nello stabilimento si sono uditi alcuni colpi di pistola, 4 o 5. Nella stanza di fronte, dove si trovavano 5 addetti alle vendite, subito hanno capito cosa stava avvenendo e sono fuggiti dando l’allarme anche agli operai e agli addetti al magazzino al piano terra dell’edificio.
Iacconi dopo aver dato fuoco ad alcune carte provocando un principio d’incendio, ma non avrebbe usato benzina né altri liquidi infiammabili, si è quindi chiuso in bagno dove si è ucciso. Carabinieri e poliziotti, insieme ai vigili del fuoco intervenuti per spegnere le fiamme, si sono così trovati davanti tre cadaveri. Cosa abbia spinto l’uomo ad uccidere Ceragioli e Hillerm, non è chiaro. Qualcuno parla di una causa di lavoro, di arretrati che Iacconi avrebbe richiesto. Di certo sembra avesse avuto sempre buoni rapporti con il direttore, e Ceragioli sarebbe stato più volte fino a Pordenone quando Iacconi, che viveva solo in una palazzina dove, in un altro appartamento abitano il padre e la sorella, aveva avuto problemi di salute. Alcuni testimoni raccontano che in azienda l’omicida/suicida gli unici problemi, qualche litigio per motivi di lavoro, di fatturato, li avrebbe avuti con un terzo dirigente, che ieri non era in sede. Polizia e carabinieri dovranno ora ricostruire gli ultimi giorni di Iacconi e capire quando è arrivato in Toscana, con una Panda rossa. Al momento non sarebbero stati trovati biglietti che spiegano l’accaduto. (d.m.)













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