Lanzingher: un momento collettivo inserito nella contemporaneità

TRENTO. Gay Pride: battaglia politica, scontro tra sostenitori e detrattori, dal punto di vista ideologico, oppure manifestazione che in questo tempo trova anche in Trento una cornice in più per...



TRENTO. Gay Pride: battaglia politica, scontro tra sostenitori e detrattori, dal punto di vista ideologico, oppure manifestazione che in questo tempo trova anche in Trento una cornice in più per avere luogo. Esibizionismo che divide, che crea fratture, oppure momento di crescita per la società? Alla domanda Michele Lanzingher, direttore del Muse di Trento, risponde con un’analisi che diventa sintesi di un pensiero: «Terrei distinti i due aspetti: la dimensione partecipativa e quindi del riconoscimento e una presenza attraverso un momento collettivo che si chiama Gay Pride e che è assolutamente inserito nella contemporaneità. Nessuna questione in termini di ragionevolezza che ciò accada. Lascio alla politica affrontare la materia, se e come essa meriti di essere oggetto politico». Anche a Trento, come in altre città, è tempo che questa manifestazione possa avere luogo? «C’è piena legittimità che ciò avvenga». La decisione della presidenza della Provincia di non dare il patrocinio Pride è questione diversa da un fatto: un momento che sarà collettivo.













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