LA STORIA

Il «miracolo» di Dimaro 

A soli due mesi dal dramma il paese è tornato alla normalità. Con gli alberghi pieni


di Sergio Zanella


DIMARO. 29 ottobre 2018, un giorno che Dimaro Folgarida e i suoi abitanti non dimenticherannomai. Decine di milioni di euro di danni, alcune case seriamente danneggiate, un’importante realtà commerciale spazzata via e, soprattutto, la tragedia di Michela Ramponi, la giovane mamma strappata all’affetto del marito e delle due figliolette. Quelli a cavallo tra ottobre e novembre sono stati dei giorni pesanti per l’intera comunità di Dimaro Folgarida, che ha però saputo fare quadrato attorno alla sua amministrazione e ai suoi volontari per risalire la china e tornare al più presto alla normalità.

E alla normalità, a due mesi di distanza da quell’incredibile nottata, Dimaro ci è pressoché tornata. Le strutture alberghiere sono piene per le vacanze natalizie, quasi tutti gli oltre 200 sfollati sono tornati a casa, i treni in funzione sulla Trento – Malè - Marilleva hanno potuto tornare a circolare liberamente e quelle strade che erano invase dal fango sono state ripulite e liberate per il transito dei residenti, dei turisti e per garantire il regolare passaggio delle linee skibus ideate lo scorso anno per liberare Dimaro e tutta la Val di Sole dal traffico invernale.

A Dimaro si è trovato il tempo e la forza d’animo per aprire anche un nuovo pattinaggio, allestito nel Parco del Boschetto e già preso d’assalto da grandi e piccini, e per mettere al proprio posto tutte le luminarie e le decorazioni natalizie che adornano questa rinomata località turistica. E per Natale tanti particolari “regali” sono arrivati da ogni dove: sulla sempre aggiornatissima pagina facebook ufficiale del Comune si possono trovare i ringraziamenti a ditte, associazioni, comuni e normali cittadini che hanno voluto sostenere anche dal punto di vista economico la rinascita del comune solandro.

Tante sono infatti state le spese da sostenere nell’immediato: la messa in sicurezza del Rio Rotian, la ricostruzione di strade e ponti, la ricerca di appartamenti da prendere in affitto per le famiglie sfollate, il rifacimento di condutture, lo sgombero di migliaia di metri cubi di fango e la messa in sicurezza di boschi rasi al suolo dal vento.

Insomma, tutto sembra essere tornato alla normalità, ma nel cuore dei cittadini di Dimaro la ferita non è del tutto rimarginata. In tutta la Val di Sole non ci si può infatti dimenticare né di Michela Ramponi, né della ventina di persone ancora lontane da casa, né del Camping Dolomiti che è stato cancellato dal fango. Per questo, nel tentativo di lasciare alle spalle la tragedia, a Dimaro non si è voluto dimenticare il passato. Tutti si sono dati da fare per aiutare e per consolare: si sono organizzati eventi benefici, momenti conviviali, incontri, concerti, spettacoli, cene e Sante Messe di preghiera, il tutto per aiutare chi ha pagato a maggior prezzo l’alluvione del Rio Rotian e per ringraziare le centinaia di soccorritori che hanno permesso la rinascita del paese.

Le vacanze di Natale sono passate in maniera serena, con la forza d’animo e la solidarietà di cittadini, soccorritori e amministratori che è risultata essere più che sufficiente per attutire il colpo al cuore inferto lo scorso 29 ottobre. Per ricostruire ciò che va ricostruito (si parla di danni superiori ai 30 milioni di euro) serviranno tempo e soldi, ma a Dimaro tutti hanno ben presente che non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta. E così, lottando, Dimaro Folgarida è rinata nel giro di 40 giorni: per il Ponte dell’Immacolata le ferite al territorio erano state suturate, per quelle al cuore, invece, ci vorrà ancora del tempo.













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