Gioffrè: «Sull’esercito deciderà Roma» 

Il commissario del Governo spiega che l’ultima parola sulla richiesta del sindaco per l’intervento militare è del Ministero 


di Sandra Mattei


TRENTO. L’esercito in città per garantire la sicurezza? La mozione, pur modificata per volontà del sindaco Andreatta, ha accolto in sostanza le richieste avanzate da tempo dalla Lega in consiglio comunale (è del 2015 il primo documento) e dal Patt, che ha fatto della battaglia sulla sicurezza un suo tratto distintivo all’interno della maggioranza. Una mozione che impegna il sindaco "a sollecitare il Commissario del governo affinché valuti la possibilità di utilizzare l'esercito in supporto alle forze di polizia e municipale" ed ha visto mercoledì sera in consiglio comunale una maggioranza trasversale, con il Patt, il gruppo misto e vari esponenti della giunta e del Pd (astenute le consigliere Bozzarelli e Zalla) votare insieme alle opposizioni.

Alessandro Andreatta (come riferiamo in modo più approfondito nell’articolo a fianco, ndr.) sottolinea che non è stata una mozione per l’esercito in città, perché l’unico che può decidere in questo senso è il commissario del Governo. Dal canto suo, Pasquale Gioffrè, spiega tempi e modalità per applicare tale richiesta. «Premetto che non ho ancora ricevuto nessuna comunicazione dal sindaco, - si affretta a precisare il commissario - ma nel momento in cui arriverà, c’è un’istruttoria da seguire. Si dovrà valutare se ci sono condizioni eccezionali ed urgenti di prevenzione della criminalità, per far intervenire l’esercito. Si tratta però di una valutazione che non farò solo io, il mio metodo di lavoro non è agire in solitaria. Sentirò il sindaco e mi confronterò con i vertici delle altre forze dell’ordine: carabinieri, polizia e finanza. Del resto è quanto si fa regolarmente con il Comitato per l’ordine e la sicurezza. Faremo le nostre verifiche e, nel caso si dovessero valutare le condizioni di urgenza, si farà la richiesta al ministero degli Interni di far parte del progetto “Strade sicure”». In vigore dal 2008, l’operazione “Strade sicure” prevede che “per specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità, ove risulti opportuno un accresciuto controllo del territorio, può essere autorizzato un piano di impiego di un contingente di personale militare appartenente alle Forze armate”. Attualmente sono più di 7.000 donne e uomini dell’esercito ad essere utilizzati sul territorio italiano, con adeguato addestramento, non solo per la sicurezza, ma anche per emergenze come terremoti, antiterrorismo, controlli delle frontiere. Chiediamo al commissario Gioffrè se potrebbero essere utilizzati gli alpini della Julia, come suggerito da Pattini. «Non sono certo io che posso rispondere - afferma - ma è il Ministero dell’Interno a valutare la disponibilità degli uomini da utilizzare a questo scopo».















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