«Genitori si rimane anche quando la coppia svanisce»

Franca Gamberoni (Alfid): puntiamo al benessere dei figli Domani pomeriggio alla Fbk un convegno sulla genitorialità


di Giorgio Dal Bosco


TRENTO. Genitorialità è un neologismo dal significato immediato: capacità, dovere e responsabilità dell’essere comunque e sempre genitori, ancorché separati. Alfid (Associazione laica famiglie in difficoltà che dà appuntamento alla cittadinanza per domani alla Fondazione Bruno Kessler di via Santa Croce a Trento alle 17 per il convegno “Legami e Legacci”) propone una riflessione alla luce dell’esperienza trentennale in cui ha accompagnato gratuitamente decine di migliaia di coniugi alla separazione meno dolorosa possibile. Tutto ciò senza dimenticare i figli minori dei coniugi in via di separazione, anzi, mettendoli al centro dell’interesse professionale. Soltanto dal 2007 al 2011 i figli coinvolti nell’attività dell’Alfid sono stati ben 6.153 cui è stato dato un supporto pedagogico e concreto. Ma l’obiettivo primario dell’associazione rimane quello di convincere e quasi “obbligare” i genitori a rimanere genitori (e/o nonni) con tutti i doveri e responsabilità.

Siamo in un’epoca, come usa dire, di famiglie allargate, di nuovi partner, di nonni che diventano sempre più una grande risorsa. Franca Gamberoni, coordinatrice responsabile dell’Alfid avverte: «Intanto ricordo quello che può sembrare uno slogan e invece è un principio sacrosanto: per sposarsi occorrono due volontà, mentre per separarsi ne basta una. Detto questo, ricordo che tra genitori e figli vi è un rapporto irreversibile perché saranno sempre figli di quell’uomo e di quella donna e nessuna separazione può mutare la realtà». E dunque? «A fronte di una separazione, l’Alfid suggerisce cosa dire ai figli, in quale modo, consiglia come organizzare il loro tempo in due case diverse e come mantenere il ruolo genitoriale. Sono argomenti e momenti difficili che nella stanza del mediatore, in rigorosa autonomia dal contesto giudiziario e cioè in un luogo neutrale, trovano uno scivolo verso una scelta condivisa, E può anche esserci un supporto ad uno solo dei genitori che vive un momento di fragilità nell’affrontare il rapporto con i figli e con il loro mondo esterno». Significativa, a questo proposito, la testimonianza di un trentino, oggi cinquantenne, un tecnico che si è separato dopo che la moglie, avuto un figlio, ha convogliato tutto l’amore verso di lui, emarginando il padre dal suo ruolo di marito e genitore. «Qui all’Alfid – ci ha confessato – ho trovato non una pacca sulla spalla, non la mera solidarietà, ma una condivisione e un sostegno morale razionale che, visita dopo visita, mi danno la carica per essere sempre e comunque un genitore a tutto tondo anche se non c’è la convivenza fisica con il figlio». Da parte sua Franca Gamberoni avverte ancora: «Spesso in una famiglia ci sono dei conflitti tra affetti e diritti, tra sentimenti e regole. Per rispettare gli affetti occorre conoscere i diritti, e viceversa. Ecco, la mediazione famigliare è uno strumento per questo». Conclude la responsabile Gamberoni: «Cito Battiato con il suo centro di gravità permanente. Per noi dell’Alfid, quando nella separazione sono coinvolti bambini, è il loro benessere il nostro centro di gravità permanente». Operazione spesso ben riuscita. Come ad esempio, con la storia di Mara (un nome di fantasia), figlia, assieme a due fratellini, di un alcolizzato e violento.

Alfid è stato chiamato ad intervenire per le sue capacità professionali e la disponibilità per la almeno temporanea sistemazione logistica delle famiglie in difficoltà. La mamma, che ha subito spesso violenze e umiliazioni, era scappata con i tre figli minori da casa per tre volte rischiando gravi colpe di ordine penale. Rispettosi delle leggi scritte (e non scritte), i mediatori dell’Alfid hanno consentito ai figli, ora maggiorenni, di trovare con la madre una serena sistemazione, dapprima per pochi giorni e poi per mesi in un appartamento dell’Alfid.

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