«Furbetti del cartellino»: si va verso la sospensione

Mastrogiuseppe della Cgil: «È la soluzione migliore, dopo la bocciatura della riforma Madia. Ma qui la norma era stata comunque già edulcorata»



TRENTO. Si parlerà anche delle ricadute su scala locale della bocciatura della riforma Madia, da parte della Corte Costituzionale, oggi pomeriggio, a partire dalle 14, al Cinema Vittoria, all’assemblea provinciale unitaria di consultazione del personale sul contratto per il pubblico impiego, indetta dai sindacati. «Chiederemo al personale l'approvazione dell’accordo raggiunto con la Provincia», dice Giampaolo Mastrogiuseppe, segretario della Cgil funzione pubblica. «Sulla Madia, è chiaro che la soluzione migliore è la sospensione della parte che riguarda la falsa attestazione della presenza in servizio. Se la legge a livello nazionale non esiste più, sarebbe azzardato mantenerla solo nel contratto trentino». Parliamo di quella che è stata definita, per semplificare, la legge sui “furbetti del cartellino”. Il sindacalista spiega quanto era già stato fatto su scala provinciale: «L'avevamo edulcorata quella parte, quindi non è detto che alla fine venga mantenuta così. La cosa brutta che introduceva era la previsione che il dipendente potesse essere sospeso senza essere ascoltato, tanto che qui in Trentino abbiamo inserito un contraddittorio prima della sospensione entro 48 ore dalla contestazione da parte dell'amministrazione».

La sospensione - rassicura Mastrogiuseppe - «avrebbe comunque riflessi pari a zero: non cambia nulla, il codice disciplinare è già abbastanza rigoroso. Verrebbe meno solo la sospensione immediata. Ma non è che, in assenza di quest’ultima, non si arriverebbe al licenziamento per gli infedeli. Sparare sulla Croce rossa è facile e quindi si è presa di mira la categoria dei dipendenti pubblici, ma quella norma non serviva».

Quanto al contratto unico per i dipendenti delle società partecipate - informa il segretario della Cgil funzione pubblica - «in questa fase non ci riguarda: sarà una partita da affrontare successivamente. Certo, ora sulla razionalizzazione non c’è più l'obbligo di andare di fretta».













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